martedì 21 febbraio 2012

LET - LIBERI ESPERIMENTI TEATRALI fino al 18 marzo 2012 al Teatro Cometa Off

TEATRO COMETA OFF
Dal 7 febbraio al 18 marzo 2012
Rassegna
LET Liberi Esperimenti Teatrali
ottava edizione
Giunta all'ottava edizione, la rassegna LET – Liberi Esperimenti Teatrali, nata in sinergia con il nuovo spazio teatrale Cometa Off di Roma, ha acquisito ormai una precisa connotazione e una sua riconoscibilità fra le iniziative volte a promuovere la drammaturgia contemporanea, dando spazio a nuove scritture sceniche e presentando giovani protagonisti della scena.
Un luogo inteso come "cantiere di vita teatrale", terreno di continua sperimentazione per progetti che difficilmente riuscirebbero ad inserirsi nei meccanismi di una politica culturale che spesso trascura tutto ciò che sfugge ad una logica di consumo.
Una panoramica di proposte su ciò che avviene nella vasta rete dei teatri off e delle giovani compagnie che operano sul territorio nazionale.
Sei settimane dense di appuntamenti, come un vero e proprio "festival", dove drammaturgia, regia e lavoro d'attore si confrontano e si misurano in un avvicendarsi febbrile di eventi, difficilmente assimilabili per linee tematiche, che si ritrovano in una comune difesa della funzione civile e culturale del teatro.
L'obiettivo è soprattutto quello di consentire alle numerose realtà del panorama teatrale più nascosto la presentazione del proprio lavoro, frutto di una attività laboratoriale, senza dover sostenere costi di fatto proibitivi e, per quanto riguarda artisti già affermati, di offrir loro la possibilità di mettersi in gioco all'interno della scena off.
La rassegna è strutturata nella forma della cosiddetta "doppia serata": la prima con inizio alle 20.45, la seconda alle 22.30. Ogni compagnia effettuerà da due a sei repliche, per un totale di ventitré spettacoli e quasi settanta rappresentazioni.
LET offrirà quindi agli spettatori l'opportunità di fruire di molteplici proposte, vivendo il teatro in modo inconsueto, come uno spazio polifunzionale, aperto, innovativo.
Le prime sette edizioni della rassegna hanno dato risultati straordinari sia dal punto di vista artistico (numerosi sono stati gli spettacoli "lanciati" dalla rassegna e inseriti successivamente nelle programmazioni "ufficiali", moltissimi i talenti promossi) che di pubblico.
Per un nuovo teatro crediamo esista un nuovo pubblico e il nostro progetto è quello di fare di LET uno dei punti d'incontro tra queste due entità.
programma
dal 7 al 9 febbraio ore 20.45
ROTTAMI
di e con Emanuela Guaiana
regia Filippo Dini
Cinque personaggi: una prostituta, un matto, un cane, un lavapiatti straniero e una donna morente.Tutti sono in attesa, attese segnate dal destino, da ciò che vivono, dalla loro lotta personale del proprio diritto all'esistenza Sono soli, ma parlano sempre con qualcuno, e in questo dialogo immaginario, spesso frammentato, intravediamo un filo comune che li percorre e sostiene tutti.Con leggerezza si dimenano dentro ad una realtà comune che è quella di una periferia abbandonata e degradata."Rottami" sono tutte le anime che si aggirano ai margini, che camminano inconsapevolmente al confine, che aspettano qualcuno che li ascolti e li possa salvare, riuscendo con uno slancio di forza a resistere. Sopravvissuti alla città, all'economia, a loro stessi, ora fanno i conti con il tempo, con quello che sono diventati e quello che diventeranno. I rottami sopravvivono, "resistono", testimoni del nostro passato, usurati dal tempo ma presenti, come il convivere con le proprie scelte, il detestarle per non poterne fare a meno, come l'amore per qualcuno ormai passato, come un disco rotto dentro i nostri ragionamenti che non riesce a progredire. Si esprimono nella loro lingua, nel loro accento, che ha come scopo quello di restituire la loro origine e le loro urgenze. L'anima dello spettacolo ha un unico flusso che partendo dal fango si innalza con forza per arrivare a fare un ultimo scatto, quello più soave e agile, quello  del trapasso, per poi ritrovarsi migliore, nuovo e vibrante nel silenzio. (Emanuela Guaiana)
dall'8 al 10 febbraio ore 22.30
ESSERE
horror dell'adolescenza
di Giovanni Franci
con Elisabetta Rocchetti
e con Danilo Vanella, Giuliana Maglia
regia Marianna Galloni, Giovanni Franci
Una ragazza, una misteriosa compagna di banco, un abuso, l'incubo di un cane nero, il sesso, la violenza, la scuola, il sangue, l'odore del disinfettante, un segreto, la brutta copia, la bella copia, il dolore, psicofarmaci, un omicidio, il sudore, la paura. L'Adolescenza è una trasformazione, un passaggio, può essere duro, devastante, spesso anche mostruoso.
dal 10 al 12 febbraio ore 20.45
BLU
di Laura Forti
con Linda Caridi
regia Giampiero Judica
"Mia madre prese lo scatolone e fece per portarlo in strada,
per buttarlo nel cassonetto. Fu a quel punto che io iniziai a urlare"
Maria Concetta, detta Conci, è una ragazza di diciannove anni di un paesino della Sicilia. Vive facendo la parrucchiera nel negozio della madre depressa e accompagna a passeggio la cugina Dolores, "minorata psichica" (così ha scritto sul certificato l'assistente sociale).  Conci ascolta i Tokyo Hotel e conserva nel cassetto la foto di un tuareg, un uomo blu, che un amico ha strappato per lei da un libro della biblioteca della scuola. Lei ha dovuto lasciare gli studi senza DIplomarsi e sogna un mondo dove le donne possono decidere della loro vita. Finché un giorno, dopo una notte brava in discoteca e una sbronza, Conci si ritrova incinta, ingabbiata in un fidanzamento combinato e, per la prima volta, deve dire a se stessa cosa vuole fare "da grande". "Blu" è un doloroso viaggio di crescita in cui una giovane ragazza si trova di fronte all'impre-scindibilità della scelta, alla possibilità di determinare il proprio destino, alla necessità di prendere decisioni coraggiose, anche dolorose, ma nel rispetto di se stessa. Dal bisogno di rompere "muri di silenzio" nasce la speranza di un cambiamento, anche quando tutto sembra restare immobile e incompiuto come una casa eternamente in costruzione."Blu" è un viaggio di andata-ritorno dalla Piccola Provincia del Sud alla Grande Metropoli del Nord, nel corso del quale i sogni di una ragazza si trasformano, perdono innocenza, subiscono violenze di ogni tipo. Ma non si spengono e urlano il loro disperato bisogno di vivere.
Blu è un colore.
"Tutti abbiamo un colore dentro.
Che ci piaccia o no, non ci possiamo fare niente.
Cu nasci tunnu 'un po' moriri quadratu".
 
 
11 e 12 febbraio ore 22.30
COSMETICA DEL NEMICO
di Amelie Nothomb
con Giuseppe Bisogno, Martino D'Amico
regia Martino D'Amico
Due uomini nella sala d'attesa di un aeroporto, i primi approcci, l'insistenza di uno, la diffidenza dell'altro. Un incontro premeditato, mascherato dalle lusinghe della casualità, e subito scatta la trappola.Angust viene trascinato dalla persuasiva e feroce ironia di Textor Texel in un gioco al massacro. La vittima si scoprirà assassina, l'innocenza assumerà le sembianze del tiranno, le parole il significato del sangue. I piani di realtà subiranno improvvise oscillazioni, tali da far dubitare dell'attendibilità degli eventi, delle loro risposte alla sopravvivenza.
Il gesto irriverente della morte irrompe nelle vite di questi due coinquilini della coscienza.
Un dialogo mozzafiato, un'indagine sulla doppiezza dell'uomo che svelerà i lati oscuri dei due personaggi, mettendo in mostra il nemico interiore che distrugge tutto ciò che vale, che mostra il disfacimento insito in ogni realtà. Questa è la storia del disordine mentale di un uomo. Il felice coraggio della parola di Amélie Nothomb diviene il pretesto scenico per rappresentare i volti degli attori infettati dalla rabbia - le immagini di paesaggi interiori - il ronzio assordante del pensiero in fuga - l'ape che ronza - l'onda che si spezza - il cane che abbaia in lontananza - il luogo astratto e metafisico delle verità nascoste, le stanze della dimenticanza.
dal 14 al 19 febbraio ore 20.45
GUAI A VOI RICCHI
papà era cattocomunista
di e con Giovanni Scifoni
"Guai? Perché guai?... cioè, ve capitasse quarcosa de brutto? N'è mica giusto, scusa…"
"Er comunista dice che se c'ho 'n motorino lo devo prestà a tutti, cani e porci,
invece Gesù dice che… vabbè, che ne so, su Gesù n'amo studiato gnente"
  Il pubblico entra in sala accompagnato da un caotico montaggio di voci registrate, opinioni sconnesse, sono interviste di ragazzi fuori dalle scuole alla periferia di Roma, poi d'improvviso tuona il rock progressive della "Messa-Beat", il Narratore comincia lo spettacolo e ci porta negli anni '60, quando il dibattito era vivo e cruciale, i giovani cattolici non parlavano d'altro, nelle salette parrocchiali si leggeva il capitale di Marx, si parlava di "peccato sociale", c'erano i preti operai, le chiese occupate per protestare contro il Vietnam. Poi ci porta più lontano, in Colombia, con i preti guerriglieri e la teologia della liberazione, i canti di protesta di Victor Jara, sui muri di San Salvador i fascisti scrivevano "Sii patriottico, uccidi un prete". Poi ci porta ancora più lontano, da S. Agostino, S. Giovanni Crisostomo e le omelie contro l'avarizia. Il narratore intreccia le storie con l'ironia, lo sberleffo e il paradosso. Ogni racconto provoca domande e tormenta la coscienza: i sacerdoti salvadoregni massacrati dagli squadroni della morte perché sospettati di comunismo, cosa sono diventati, martiri politici o martiri cristiani? Il narratore tortura il pubblico e se stesso con le domande che da 2000 anni l'uomo ostinatamente riformula: che vuol dire costruire il regno di Dio? Come ci dobbiamo organizzare? E Lui non poteva spiegarsi un po' meglio? Che ne facciamo dei "cattivi"? La ricchezza è un delitto? Perdonare significa permettere che il male resti impunito? Chi perdona è un vile? È un pigro? Cristo è venuto per liberarmi dal mio peccato. Dal mio. E da quello degli altri?
15 e 16 febbraio ore 22.30
VERGOGNAA!
scritto, diretto e interpretato da
Lidia Miceli, Massimo Vinti
Vergogna! Quale vergogna? La "vergogna" di essere nati, cresciuti, o diventati in seguito, parte di una realtà fortunata e felicemente infiocchettata, protetta, difesa, ben custodita, ma non priva d'ombre. Due professoresse. Due donne. Due signore bene; viziate dalla loro pigrizia, cullate dal loro ruolo sociale, avvizzite dalla loro ignoranza, divorate dal chiacchiericcio e deformate dalla loro ipocrisia e dal perbenismo. Figure tragicamente comiche, grottesche, ferme nella loro immobilità, senza tempo: così apparentemente pronte a mutare per restare sempre uguali, oggi come secoli fa. Un ambiente che si aggroviglia su se stesso fino a deturparsi, che non lascia spazio ad altro all'infuori di sé, capace di generare mostri senza neanche accorgersene. Uomini e donne dipendenti solo dalle loro forme e dalle loro formalità. Un mondo chiuso, in un salotto come in una sala professori, in una sala d'attesa come in una chiesa; come una stanza dove l'aria è viziata, non cambia e sa sempre di profumi pesanti e odore di rossetto. Un cappotto indossato per proteggersi dal freddo, un gioiello pronto a tintinnare per coprire un silenzio, un trucco adatto a mascherare una verità, un profumo forte a benedire questo piacere. Che piacere!
Questo progetto nasce da un gioco, un gioco tra amici. Ci siamo ritrovati a Palermo, nell'immobilità di una città calda e deserta ad osservare e imitare prima, e a immaginare con fantasia in seguito, le vite di due ipotetiche donne "bene". E più giocavamo, proprio come giocano i bambini quando decidono di essere altro da loro, più scoprivamo un mondo al limite del grottesco, che un po' guardavamo da lontano e un po' ci apparteneva. Durante questo gioco ci siamo accorti di come queste figure chiedessero uno spazio che solo il teatro poteva dare loro. E più lavoravamo, più scoprivamo le luci e le ombre che stavano dietro questa società che stavamo raccontando. Quando ci è stato chiesto di presentare uno studio e quando poi abbiamo cercato di dare forma a questo lavoro, abbiamo compreso che anche se in modo non ancora definito e definitivo, potevamo mettere una lente immaginaria sul mondo delle nostre immaginarie "Signore Bene": Ida Barranco e Marinella Lio.
dal 17 al 19 febbraio ore 22.30
COMA PROFONDO
di Simone Iovino
con Edoardo Andreani, Fabio Bettini
Mariangela Calia
regia Simone Iovino, Emilia Di Pietro
Siamo all'interno del cervello di un uomo in coma, il suo "io primario", la sua "coscienza", ed il suo "beckett" (tutti ne abbiamo uno), si scontrano alla ricerca dei motivi che hanno condotto il corpo in quello stato semivegetale. Dovranno quindi ripercorrere, velocemente, i loro ultimi vent'anni trascorsi e, così facendo, scorreranno davanti a noi anche gli ultimi venti anni di storia del nostro paese. Con quella filosofia tutta italiana fatta di dietrologie e autoindulgenze, affronteranno una corsa contro il tempo, un'ora circa, prima che l'irreversibilità del coma li rinchiuda per sempre. Ce la faranno?
dal 21 al 23 febbraio ore 20.45
LEM LEM
Liberi Esperimenti Musicali
di e con Margherita Vicario
musicisti Lorenzo Carelli, Valerio Carbone
Francesco Criscuoli, Davide Fiorentini
Pietro Marzotto, Tommaso Venanzi
Una lasagna di canzoni, la si cuoce in un'oretta.
Si assaggiano sogni, gaffe e aspirazioni di donne sposate e uomini in cravatta. È comunque un esperimento:nessuno mi ha mai detto "Mmm…buona, fanne per cento!"e poi l'ho preparata a mani nude e alcune cose, infatti, mi sa che sono ancora crude, ma mi andava di farlo e posso dirvi che ci ho messo un merlo, un pettirosso, uno che fa il gradasso,un padre stanco dal lavoro, un tradimento senza decoro e poi baci, sciarpe e treni in partenza,tutto quello che avevo in credenza. È un pasticcio di teatro canzone, con un pianoforte ed un contrabbassone.
 
 
dal 22 al 24 febbraio ore 22.30
LASCIATEMI LIBERA
omaggio a Patti Smith
di Alessandro Fea
con Nina Ricci voce/reading
Alessandro Fea chitarra/loops
" Quando prendo in braccio la mia chitarra, ed iniziamo a fare fischiare gli amplificatori, solo allora mentre recito le mie poesie e canto le mie canzoni, mi sento veramente me stessa…". Nei primi anni '70, già ragazza madre e scriveva poesie. Viveva anche con cinque dollari al giorno, dormendo in metropolitana o sulle scale esterne degli edifici. Per anni si barcamenò come commessa in un negozio di libri, critica di una rivista musicale, drammaturga… Questo omaggio teatrale ( in forma di concerto/reading in un'inedita formazione scenica in duo ) ad una delle più grandi poetesse del rock, è un viaggio attraverso un mondo di parole, suoni, scritte da una donna tra le più rappresentative della nostra epoca. Le sue poesie, i suo testi, i suoi scritti più intimi, sono qui messi in scena attraverso un percorso che ne possa valorizzare lo spessore artistico, che spazia anche attraverso le sue più significative canzoni. Una donna fragile, ma combattiva, una donna che ha sempre creduto nell'amore, quello "puro" come lo definisce, nei valori della famiglia, ma che al tempo stesso si è fatta anche "icona" di movimenti sociali e politici molto importanti dagli anni '70 ad oggi. Ed è proprio questa la sua forza, la forza di una sciamana selvaggia che riesce a elevare le parole oltre il linguaggio, grazie al potere visionario della musica. "Non ho mai pensato di essere una politica - dice - ma ho sempre voluto comunicare qualcosa. Sono americana e amo i principi su cui si fonda il mio Paese. Abbiamo la libertà, ma sento di avere una grande responsabilità per questo verso il resto del mondo, e soprattutto verso le donne".
dal 24 al 26 febbraio ore 20.45
EIFERSUCHTIG
(ovvero della gelosia)
scritto e diretto da Pietro Bontempo
con Caterina Misasi, Ilenia Torti
Parlare a teatro coi ritmi e con le espressioni di due ragazze del 2011 è l'ambizione di questo testo che vuole fotografare un linguaggio fatto di un montaggio d'immagini sovrapposte che, prese singolarmente, sembrano insensate ma che invece riescono a comporre un quadro di emozioni capace di raccontare la vita di due personaggi scavando nel profondo, dietro un'apparenza di stramba leggerezza. Si parla di gelosia ai nostri tempi, ma soprattutto di relazioni sentimentali durature e difficili. Si assiste all'esposizione dei desideri, delle frustrazioni, delle speranze, delle illusioni, delle delusioni che si creano dietro la parvenza di normali rapporti di coppia. Come nella trama di Otello, si arriva a "perdere la testa". Manca solo il delitto. Forse perché manca Jago. Ma la speculazione percorre curiosamente strade parallele a quelle dei grandi classici che hanno indagato il tema, evidenziando somiglianze incredibili e abissali diversità dei tempi che viviamo rispetto al passato. Nel lavoro di sottotesto della recitazione si spreme tutta la sostanza tragico-ironica dell'in-compatibilità e dell'ideale di coppia. Il titolo in tedesco è un riferimento ironico alle grandi speculazioni filosofiche che negli ultimi secoli si sono spesso espresse nei caratteri di quella lingua, ben consapevoli di non sfiorare nemmeno voli così alti della mente, anzi di essere piantati assolutamente a terra, forse anche un po' più giù.
25 e 26 febbraio ore 22.30
IN ALTO MARE
di Slawomir Mrozek
interpretato e diretto da
Dario Iubatti, Fabrizio Falco, Giorgio Musumeci
"Questa pièce non contiene nient'altro all'infuori di quello che contiene,
nel senso che non è un'allusione a qualcosa di particolare
e neanche una metafora, per cui non cercate di decifrarla." 
Slawomir Mrozek
Su una zattera, sperduti in mezzo all'oceano, senza più viveri, tre naufraghi di varia "stazza" vanno alla deriva.
Non c'è di che mangiare e quindi qualcuno dovrà pur sacrificarsi…
Tre uomini costretti a giocare il loro ruolo al quale sono stati predestinati: un mare scuro e immobile li circonda, costringendoli alla sfida.
Li anima un linguaggio automatico, preesistente alle loro reali emozioni e al loro pensiero, che li costringe per logica a perseguire un'inevitabile soluzione: "dobbiamo mangiare uno di noi"…
dal 28 febbraio all'1 marzo ore 20.45
ARIANNA VOX
di Tatiana Dessi e Ludovica Marineo
con Tatiana Dessi e con Greta Bonetti
regia Ludovica Marineo
Arianna e il suo mito, eterni simboli dell'abbandono e della rinascita. Pretesto narrativo sempre attuale che in questo spettacolo unisce, come il leggendario filo, due monologhi che viaggiano su binari estremi e opposti: dramma il primo, grottesco il secondo. L'Arianna 1 è infatti una donna chiusa, apparentemente senza scampo, nel cerchio ottuso dell'abbandono, in continua apnea, ma anche alla continua ricerca di aria nuova. Con l'Arianna 2, il gioco si ribalta totalmente in un fuoco d'artificio di sadica comicità, dove lei si sdoppia schizofrenicamente nella sua rivale, di cui alla fine diventa… arma…
Duccio Camerini
dal 29 febbraio al 2 marzo ore 22.30
UOMINI O MARIONETTE
da Heinrich von Kleist
 con Duccio Camerini
 messa in scena di
  Alfonso Sessa, Dario Falconi, Duccio Camerini
«E quindi, dovremmo di nuovo mangiare dall'albero della conoscenza
per ricadere nell'innocenza?»
«Esatto. Questo è l'ultimo capitolo della storia del mondo»
Il leggendario testo di von Kleist è il punto di partenza per una riflessione sul peso e la sua assenza, sul rapporto tra l'uomo e i silenzi di Dio, tra i segreti dell'inanimato e le infinite domande con cui ogni uomo condisce la sua vita.  Che cos'è la marionetta? Un manufatto dell'uomo o un imbarazzante specchio?  E poi: la marionetta è fatta a nostra immagine e somiglianza, o magari è vero il contrario?  E ancora: non siamo noi i servi di quell'oggetto che attende il nostro apporto per poter "essere"?  E infine: muoverla, indirizzarla, non ci svuota di qualcosa?  Insomma. È nato prima l'uomo o la sua marionetta? 
dal 2 al 4 marzo ore 20.45
WE DON'T KNOW WHAT WE ARE DOING
monologhi e microdrammi tratti da
Donald Margulies
con Alessandro Giuggioli, Alessandro Marverti
Arianna Mattioli, Edoardo Pesce, Sara Sartini
supervisione artistica Massimiliano Farau
Una divertente carrellata di personaggi che si incontrano e si raccontano, saltando dalla periferia americana a quella romana senza accusare nessun cenno di jet lag, con quella leggerezza tipica di certi trentenni di oggi.
Battute sagaci, ironia a tratti amara e momenti di estrema tenerezza creati sapientemente dall'abile penna del Premio Pulitzer Donald Margulies ("Dinner with friends" - USA - 2000).
Un omaggio all'autore americano e un'occasione per sperimentare ancora una volta l'univer-salità e la trasversalità della drammaturgia contemporanea d'elezione.
3 e 4 marzo ore 22.30
È VERO
radiance
di Louis Nowra
con Marit Nissen, Margot Sikabony, Giulia Weber
regia Paolo Sassanelli
Tre sorelle si ritrovano nella loro casa sulla laguna per il funerale della madre.  Marta ha 35 anni e, negli ultimi anni, si è presa cura della vecchia madre. È un'infermiera specializzata, ma è anche un po' matta. Lei è la memoria storica di quella sgangherata famiglia. Nina, la sorella più piccola, ha quasi 20 anni, non ha fissa dimora, momentaneamente risiede a casa con Marta e aspetta di svoltare la vita diventando la manager di un adolescente campione di biliardo. Veste tra il grunge e il punkabbestia e, come la madre, si definisce una troia, perché ha un debole per gli uomini. Mente in continuazione. Costanza, la maggiore, è una cantante lirica di successo. Sempre in tournée, non vede le sorelle da molto tempo ma ogni tanto invia un po' di denaro. Il suo arrivo è una sorpresa e una piccola gioia. Si porta dentro una sofferenza nascosta. Tutte e tre non conoscono il padre, che per ognuna di loro è un uomo diverso. Costanza e Marta sono cresciute in collegio con le suore, in giro per il Veneto. Anche se la madre le nascondeva all'assistente sociale, a un certo punto le ha allontanate, tenendo con sé solo Nina, rimasta con lei fino ai 15 anni. Ed ora sono lì, a decidere di mettere le ceneri della madre in una scatola di caramelle, "così mamma sa di liquirizia…". Il testo si sviluppa in forma di commedia, ma sempre sul filo del dramma che sembra esplodere da un momento all'altro. Alla fine una delle tre scoprirà di non essere una "sorella".
dal 6 all'8 marzo ore 20.45
CRISI
scritto e interpretato da Stefano Pesce
"Quando ero bambino sognavo di non riuscire ad arrivare a tavola in tempo per la cena. Una volta giunto in cucina tutti avevano già mangiato tutto. Ho sempre avuto questa sensazione per tutta la vita, senza averlo chiaro fino in fondo. Adesso l'ho capito, adesso ho la crisi!"
Un uomo racconta all'analista le sue lunghe camminate notturne alla ricerca del senso della vita. L'impossibilità di sostenere il peso di giornate senza futuro lo portano a formulare un sogno omicida. Accompagnate dalla musica di un sassofono, le avventure notturne del paziente si fanno sempre più rocambolesche fino a quando l'uomo capisce finalmente quale sia il senso della sua vita. Uccidere un rappresentante della classe politica. Uno qualsiasi, non importa se di destra o di sinistra. Un'operazione piuttosto complicata, in primo luogo da architettare, e poi da portare a termine. Il sassofono suona e gli ambienti cambiano, come cambia lentamente la consapevolezza del nostro uomo. Per uscire dalla propria crisi bisogna attuare dei cambiamenti su di noi senza dare colpe agli altri. Che sia il caso di suicidarsi? Sì, d'accordo. Ma come?
dal 7 al 9 marzo ore 22.30
LA LEZIONE DELLA MAESTRA STELLINA
scrittura scenica di
Marco Grossi, Antonella Civale
con Antonella Civale
regia Marco Grossi
"La lezione della maestra Stellina" è una rappresentazione satirica e critica dell'istruzione scolastica quando è usata come strumento di coercizione e di controllo. L'istruzione, la formazione di giovani menti da preparare per affrontare la vita in una società organizzata, è un valore, un dovere, un diritto inalienabile, ma non si può negare che la formazione scolastica conserva ancora oggi la funzione di plasmare soggetti secondo un modello prestabilito, inquadrandoli in un sistema di pensiero che risponde a regole e necessità che possono finire col prevaricare la libertà intellettuale del singolo a vantaggio dei poteri forti che lo governano. La maestra Stellina è un ingranaggio di questo sistema, la sua dedizione è completa, il suo compito è quello di accogliere al mondo i giovani studenti di quinta elementare e prepararli alla vita. Con candore e dolcezza materna la maestra Stellina li educa ai principi della cultura occidentale: prevaricazione economica, omofobia, rifiuto delle diversità religiose e culto fallocentrico del potere sono le materie di questa ora di lezione. Tanti consigli, insegnamenti, pillole di saggezza, tutti ispirati al principio fondamentale: "Voi non direte mai niente! Nessuno ha niente di proprio da dire nella vita!".
dal 9 all'11 marzo ore 20.45
SPLIT SCREEN
scritto e diretto da Aram Kian
con Sergio Grossini, Mauro Pescio, Andrea Pinna
Un patito di videogiochi e uno scrittore mediocre, per risolvere un doloroso problema di calli ai piedi, decidono di sottoporsi a un intervento risolutivo: un trapianto o per meglio dire "uno scambio di piedi". L'intervento ha buon esito, ma a questo punto i due malcapitati si accorgono che la radice del loro talento e di tutte le loro abilità risiedeva per l'appunto nei piedi. Decidono così di sottoporsi a un'altra drastica operazione: "uno scambio di cervelli". Anche in questo caso l'operazione va a buon fine, ma i due non riescono a ritrovarsi nelle nuove identità. Finiranno per scoprire che non sono in grado di desiderare e amare null'altro se non loro stessi.
…Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: «Salve, ragazzi. Com'è l'acqua?». I due pesci giovani nuotano un altro po',poi uno guarda l'altro e fa: «Che cavolo è l'acqua?...»  (da "Questa è l'acqua" di David Foster Wallace)
10 e 11 marzo ore 22.30
L'AMICO RITROVATO
liberamente ispirato all'omonimo racconto di Fred Uhlman
con Simone Pieroni
musiche e regia Franco Eco
Due ragazzi, Hans e Konradin, si conoscono in un esclusivo liceo di Stoccarda. L'uno è figlio di un medico ebreo, l'altro di una ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce una profonda amicizia, un'intesa magica, grazie alle comuni passioni per la numismatica e la letteratura.   Ma l'ascesa al potere del partito Nazionalsocialista contamina l'amicizia a causa delle differenti ideologie dei due. La famiglia di Konradin è filonazista e lo obbliga a non frequentare più Hans. Lo stesso Konradin dimostra simpatie per il nazismo e intraprenderà la carriera militare. Per Hans la situazione peggiora anche a scuola e per colpa delle leggi razziali è costretto a emigrare in America, lasciando in Germania la famiglia che dignitosamente sceglierà di suicidarsi anziché finire nei campi di concentramento.
Passano trent'anni. Un giorno Hans riceve un comunicato dal suo vecchio liceo di Stoccarda che chiede una donazione per la costruzione di un monumento in memoria di tutti gli studenti morti durante la seconda guerra mondiale. Insieme alla lettera trova una copia di tutti i nomi dei deceduti in ordine alfabetico. Tramite questo foglio Hans ritrova l'amico perduto... con un finale del tutto inaspettato.
dal 13 al 15 marzo ore 20.45
MOLOTOV
di Pier Paolo Fiorini
con Paola Campos
regia Marco Maltauro
"Molotov" è uno spettacolo esplosivo, incendiario, visionario - sull'Italia e i suoi derivati. Un unico personaggio, compiendo continue capriole acrobatiche, in bilico tra ironia, sarcasmo, tragedia, prova a sbrogliare la matassa che lo avviluppa. Nel farlo, si ritrova a sfondare il confine fra la sua anima offesa e ciò che la circonda, tra la dimensione psichica e la dimensione politica, tra la propria intimità e ciò che è di dominio pubblico (perché se, come diceva Platone, lo Stato è un individuo in grande, anche l'individuo è uno Stato in piccolo). Nel rivelarsi, il personaggio passa attraverso tre fasi: la dimensione kafkiana del senso di colpa, la fase critica della contestazione, l'iperbole donchisiottesca della sfida impossibile. Se infatti all'inizio il personaggio, preso in contropiede, si ritrova a doversi giustificare di fronte a un tribunale immaginario che giudica la sua coscienza, la analizza e la psicoanalizza, nella seconda fase, in un rigurgito di reazione, sale sul pulpito egli stesso per svolgere il suo j'accuse di impronta pasoliniana con una verve sarcastica contro la città e la nazione in cui si ritrova a vivere, per poi, nella terza fase, capire di avere ormai irrimediabilmente interiorizzato l'italianità di cui è circondato ed essere mosso quindi da moti contraddittori, con grandi ideali e altrettanto grande impotenza, forte anelito al miglioramento e enorme senso di rassegnazione, moti che producono effetti donchisciotteschi, fino a giungere a un iperbolico punto di non ritorno. Il monologo, dunque, si sdoppia e si moltiplica fino a farsi Coro di una farsa/tragedia che ci racchiude tutti - allo stesso modo in cui l'atto unico si rompe in tre atti fortemente dialettici: non si tratta di un personaggio che racconta la propria storia, quanto semmai l'opposto, di una storia - la storia italiana - che esprime il personaggio e che, così facendo, racconta di noi, della nostra interiorità, del nostro delirio, della nostra scissione, della nostra deriva.
dal 14 al 16 marzo ore 22.30
CLONI
da "La Disputa" di Marivaux
con Turi Moricca, Valeria Moccia, Chiara Mancuso, Lavinia Cipriani,
Vittoria Faro, Massimiliano Aceti Roberta Azzarone, Federico Lima Roque
Carlo Calderone, Giulia Tomaselli
regia Giacomo Settis Bisordi
"CLONI" è la messinscena integrale dell'atto unico "La disputa" del francese Marivaux. La storia è semplice: un principe dibatte con la sua ennesima fiamma su chi nella storia dell'umanità, tra l'Uomo e la Donna, abbia per primo commesso un'infedeltà amorosa. Il principe, uomo risoluto e meticoloso, per risolvere la disputa in modo inconfutabile ha allestito un singolare esperimento scientifico: quattro neonati, due maschi e due femmine, sono stati rinchiusi in un palazzo e tenuti in isolamento l'uno dall'altro per quasi vent'anni. Questi ragazzi incontaminati e del tutto ignari della civiltà verranno liberati e sarà quindi permesso loro di incontrarsi: si formeranno così le prime coppie e con queste nasceranno le prime occasioni di tradimento. Chi le coglierà per primo? L'uomo o la donna?
…scavare nel testo di Marivaux, andando oltre l'apparente e seccante leziosità dei dialoghi per cercare di far emergere la dimensione più autenticamente umana dei diversi personaggi: la mostruosità del principe, la solitudine e l'innocenza dei ragazzi, il conflitto interno dei guardiani chiamati a svolgere il ruolo di manovratori delle esperienze delle quattro giovani vite.
Il risultato è una storia un po' triste collocata in un'ambientazione che rimanda ad una vera e propria area di sperimentazione scientifica; epicentro di quest'ultima sono quattro teche, luogo simbolo della nascita e della prigionia degli ignari oggetti sperimentali, che nel corso della vicenda diventano di volta in volta nascondigli, ruscelli, nidi d'amore, tombe... (Giacomo Settis Bisordi)
dal 16 al 18 marzo ore 20.45
L'UOMO DELLA SABBIA
ispirato al racconto di E.T.A. Hoffmann
testo e regia di Luca De Bei
con Mauro Conte, Riccardo Francia
Fabio Maffei, Giselle Martino
"L'uomo della sabbia" è uno dei racconti più potenti e inquietanti della narrativa del fantastico di inizio '800. Non per niente Freud lo citerà nel suo saggio sull'arte "Il Perturbante". Racconto sulla forza dell'irreale, sul potere prevaricante dello sguardo, sull'ambiguità della visione quotidiana, "L'uomo della sabbia" si presta perfettamente ad un'elaborazione drammaturgica. Elaborazione in cui l'inconscio, il mistero, la pulsione di morte, il delirio distruttivo ma anche l'aspirazione al sublime si possono tradurre in azioni sceniche proposte allo spettatore come esperienza non solo voyeuristica ma anche sensoriale. Tutto ciò per dimostrare come nell'uomo di oggi alberghino gli stessi fantasmi, la stessa inquietudine del vivere, la stessa pericolosa immaginazione che si sviluppano e crescono nell'animo del protagonista Nathaniel.
17 e 18 marzo ore 22.30
FIGLIDIUNBRUTTODIO
uno spettacolo di e con
Paolo Mazzarelli e Lino Musella
"FIGLIDIUNBRUTTODIO" sceglie, all'interno della nostra Realtà, due storie. La prima, centrale, ha per protagonisti due gemelli e un conduttore televisivo, ed è ambientata nel mondo della TV. Un mondo in cui Denari e Speranze scorrono a fiumi, attraverso canali a volte putrescenti. Una Fogna regale, nella quale hanno diritto a nuotare, o ad annegare, solo pochi eletti. La seconda, a fare da contrappunto, è la storia di due falliti veri. Una coppia ispirata a quella di "Uomini e topi" di Steinbeck. Due poveri cristi senza futuro, che sopravvivono nella Spazzatura, nell'Illusione, nel reciproco Amore. Cosa hanno in comune i personaggi della regale Fogna di certa TV, e gli altri due, che bazzicano nella reale Spazzatura di tutti i giorni? Primo: fanno ridere, ma non lo sanno. Secondo: non hanno Speranze, ma sono convinti di averne. Terzo: sono figli diversi, e illegittimi, di una stessa Realtà, di un comune Tempo, di un brutto Dio
La manifestazione è realizzata con il sostegno di Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico.  
LET Liberi Esperimenti Teatrali
Ideazione  Massimiliano Bruno e Furio Andreotti
DIREZIONE ARTISTICA: Valerio Aprea e Franco Clavari
PROMOZIONE E DIFFUSIONE STAMPA
Valentina Venturi valentinaventuri@hotmail.com
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: Emiliana Palmieri, Elena Dobrilla
TEATRO COMETA OFF
Associazione Culturale
Roma • Via Luca della Robbia 47 (Testaccio)
BIGLIETTI intero euro 7,50 • ridotto euro 5,00 due spettacoli (stessa sera) € 10,00 tessera associativa € 2,50
ORARI SPETTACOLI  ore 20.45 e ore 22.30

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