mercoledì 13 aprile 2011

PIRANDELLO DRAG - Teatro Nuovo Colosseo (recensione)

(recensione di Irene Conti) 

Fino 17 Aprile al Teatro Nuovo Colosseo va in scena una pièce ripresa da una novella di Pirandello: “La morte addosso”, che l’autore trasformò in una rappresentazione teatrale dal titolo “L’uomo dal fiore in bocca”. Atto unico in cui viene descritto, in modo superlativo, di come, solo quando rischiamo di perdere ciò che abbiamo, lo apprezziamo veramente. Infatti, in un passaggio della rappresentazione, il protagonista cita:” la vita, nell’atto stesso che la viviamo, è così sempre ingorda di sé stessa che non si lascia assaporare”. In pratica il tema di fondo dell’elaborato è proprio questo. Mettere in rilievo tutte le gioie, le ansietà, i dolori dell’animo umano. In questa rappresentazione, diretta con molta sensibilità da Gioia Scola e adattata in modo originale da Nino Spirlì e Anne Riitta Ciccone, i protagonisti, a differenza dell’originale Pirandelliano, sono due Drag Queen (Piaf e Lolita), interpretate dallo stesso autore, Nino Spirlì e Aldo Ferrara, in una rilettura del testo in cui le “differenze” della loro condizione vengono esibite con veemenza, con impeto e in cui l’incomunicabilità e la soggettività delle loro realtà si intrecciano. In un locale, il pub Hysterika, due Drag Qeen si esibiscono nei loro cavalli di battaglia. La prima, Piaf, nella canzone “Milord”, veterana e ammirata da un vasto pubblico, la seconda, Lolita, in “Moi, Lolita”, più giovane e novizia del mestiere, dirette e presentate dalla maestra La Karl Du Pigné, interpretata da se stessa. Finito lo spettacolo le due si ritrovano nel bar della stazione dando vita ad un incontro/scontro sulla relatività della loro esistenza, sulla vita, sulla morte e sulla follia. Riflessioni che si intersecano con le vite dei due protagonisti. Una,quella di Piaf, monotona e banale; l’altra, di Lolita, che scopre di avere un male incurabile, un epitelioma nella bocca che lo condannerà a morte, descrivendolo al suo avventore con dovizia di particolari e paragonandolo ad un fiore dal nome dolcissimo, che non avrà più una vita. Mentre il primo continua a vivere una esistenza piatta e vuota il secondo, pur essendo malato terminale, decide di osservare la propria vita e quella degli altri in modo radicale, quasi maniacale. Ogni piccolo accadimento, anche il più banale, diventa di vitale importanza in quanto potrebbe essere l’ultimo da godere, attaccandosi morbosamente e incondizionatamente ad essi, giudicandoli preziosi e importantissimi. Il modo di incartare i pacchi da parte dei ragazzi dei negozi, la disposizione dei mobili della sala d’aspetto del dottore descritta da Lolita sembra, inizialmente, solo una fissazione ma che si rivela, in itinere, di uno spessore e atrocità molto più profonda. La normalità della vita, con le sue vetrine, la gente per strada, sono il senso stesso della vita che scorre, senza che la maggior parte di noi si fermi ad assaporarne il più piccolo dettaglio, il più insignificante. Solo quando è tardi, ormai, ci si rende veramente conto della sua vera essenza e della sua bellezza effimera e fallace. Lolita, qui, con crudele cinismo, esprime spudoratamente la sua morte ad un quasi sconosciuto come una sorta di vendetta nei confronti del suo destino e del suo malcapitato avventore notturno, che non sarà più lo stesso. Uno spettacolo appassionante in cui il paradosso Pirandelliano si erge in tutta la sua forza, interpretato magnificamente dai due protagonisti, con una profondità e sensibilità uniche, con un inizio brillante e divertente, in cui il riso iniziale si trasforma in sconforto per la tragedia. Uno spettacolo intenso, da assaporare in ogni parola detta, sussurrata, di classe e originalità. Da vedere assolutamente per chi ama il teatro con la T maiuscola. 

 Colosseo Nuovo Teatro
Via Capo d’Africa, 29 - Roma 
dal  12 al 17 aprile 2011
L’Ass. Cult. “Gli Apprendisti Incantatori” presenta 
PIRANDELLO DRAG
(da “La morte addosso”di Luigi Pirandello)
con Aldo Ferrara e Nino Spirlì
adattamento di Nino Spirlì e Anne Riitta Ciccone
regia Gioia Scola

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