lunedì 13 dicembre 2010

GASLIGHT: il giallo tratto da "Angoscia" al Teatro Trastevere

recensione di Ilda Ippoliti
Un thriller avvicente e raffinato quello di Gaslight di Patrick Hamilton in scena fino al 19 al Teatro Trastevere.
Ispirato al famosissimo ed omonimo film di George Cuckor del 1944 ( in italiano fu tradotto con “Angoscia”) e interpretato da attori del calibro di Ingrid Bergman, Charles Boyer e Joseph Cotten, questo giallo psicologico riesce, anche sul palcoscenico (qui nella versione teatrale del 1938), a tenere incollati alle sedie gli spettatori che restano avvolti da un sottile laccio di inquietudine e tensione fin dalle prime scene.
La trama è già di per sé un’idea geniale. Londra, fine Ottocento. Jack sposa Paula e con la sua dote compra una vecchia casa dove, di fatto, la donna viene tenuta segregata, lontana da parenti ed amici. Con fredda determinazione, Jack tesse intorno alla fragile e giovane moglie una rete di sottili inganni che giorno dopo giorno le logorano la psiche spingendola sull’orlo della pazzia.
Ma dove va Jack quando ogni giorno, da solo, esce di casa? Se lo chiede anche l’ispettore Rough che da qualche tempo indaga sugli strani movimenti dell’uomo e sul passato oscuro di quella vecchia casa.
Scenografia coerente, costumi impeccabili ed un cast di attori che nel complesso sanno rendere la tensione del testo.
Credibile ed espressiva Maura Bonelli che interpreta con passione il ruolo della protagonista, Paula. Altrettanto valide e interessanti le interpretazioni di Elena Morara nel ruolo dell’intrigante ed infida cameriera Nancy e di Franca Lumachi in quello della fedele domestica Elisabeth.
Apprezzate anche le performance di Francesco Nannarelli nel ruolo di Jack - anche se accentua forse un po’ troppo la naturale rigidità del personaggio offuscandone la doppiezza - e di Carmine Balducci nella parte di un ispettore Rough a tratti poco fluido e leggermente più impostato del necessario.
Lo spettacolo dunque funziona, anche se la regia di Alessandro Leone soffre qua e là di qualche calo di tensione e lascia la sensazione che manchi qualcosa.
Con un testo così si poteva osare certamente di più specialmente nella scena finale in cui, nonostante l’impegno dei protagonisti, l’atteso coup de théatre non sorprende come dovrebbe.
Ancora in scena fino al 19 dicembre
TEATRO TRASTEVERE
Via Jacopa de’ Settesoli, 3
Roma ( Trastevere )
www.teatrotrastevere.it

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