Dall' 8 al 13 novembre al Teatro Belli va in scena LA DONNA ALATA, uno spettacolo intenso ed appassionato liberamente tratto dal romanzo "Notti al Circo" della scrittrice inglese Angela Carter.
Protagonista della storia è Fevvers, la donna alata, l'attrazione di tutte le Capitali d'Europa, la più grande trapezista del suo tempo in grado di librarsi nell'aria con le sue strabilianti ali che travalicano l'umano ed eseguire al rallentatore un fantomatico triplo salto mortale.
La donna, nel suo camerino dell'Alhambra Music Hall, racconta la storia della sua rocambolesca vita, il trapezio, la gloria, ma anche il bordello sul Tamigi davanti al quale viene abbandonata e nel quale cresce, la sua carriera da tableau vivent prima come Cupido, insegna dell'amore, poi, una volta spuntati il seno e le penne, come Vittoria Alata, fino al calvario nella prigione per "donne mostro" della ossuta Madame Schreck che la offre al voyeristico piacere dei suoi pervertiti clienti.
Ad ascoltarla un presunto quanto misterioso intervistatore di nome Walzer. Un giornalista? Uno scrittore? O che altro?
Dall'8 al 13 Novembre 2011
La Donna alata
Liberamente ispirato al romanzo "Notti al circo" di Angela Carter
con Federica Restani
Regia di Raffaele Latagliata
Una produzione Ars.Creazione e Spettacolo
Spettacoli dal martedì al sabato alle ore 21.00 – domenica alle ore 17,30
Biglietti: Interi € 18,00 – Ridotti € 13,00
Teatro Belli
Piazza Sant'Apollonia 11/a - Roma (Trastevere)
Tel. 06 5894875
TRAILER VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=2DSNDBlOU_0
E le fantasmagoriche ali che Fevvers porta sul dorso e che la rendono una vera e propria attrazione colossale, da Circo Barnum, che cosa sono? Una realtà innaturale? Una finzione? O semplicemente un' illusione?
E in definitiva, qualora fossero davvero reali, queste attraenti appendici non sarebbero forse anche il segno di un' invalidante mostruosità?
Il segreto della creatura alata si risolverà alla fine in un percorso condotto con il coraggio e la forza di una donna che ama la vita sopra ogni cosa e utilizza l'amore come strumento per superare e ridere della deformità, che trasforma il diverso da un emarginato in un mito attraverso un epico e rocambolesco riscatto.
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