domenica 16 ottobre 2011

MUTU, spettacolo-evento per la regia di Lauro Versari al NuovoMetaStudio

NUOVOMETASTUDIO
da giovedì 20 ottobre 2011
MUTU

scritto e interpretato da Aldo Rapè  
con Gabriele Gallinari,
regia di Lauro Versari

   
- Come la mafia?
- La mafia? E che c’entra adesso la mafia?
- Ti pari ca mi scantu? Ti pare che mi spavento?

U parrinu e u mafiusu. Il prete e il mafioso. Una storia di due fratelli. Due vocazioni a confronto. Due uomini sotto lo sguardo dello stesso Dio: Rosario e Salvuccio. Insieme dopo tanti anni. Muti, tutti muti per anni, muti per fame e per necessità. Ma un giorno la coscienza ed il sangue cominciano ad urlare: c'è puzza di mafia nell'aria, puzza di qualcosa di sporco.  
La storia di sangue di due uomini, di due fratelli che si rincontrano dopo dieci anni di lontananza, uno prete e l'altro assassino, mafia e chiesa: un pretesto  per parlare... Una storia che è una bomba ad orologeria!
Note di regia
Io ho una difficoltà evidente a stare muto.
Una sorta di crampo gastrico fa di me un ribelle.
Ed è lo stesso crampo gastrico che ha diretto questo spettacolo, allargandosi in tutte le mie viscere come se una grossa mano forte e possente me lo avesse stretto inuna morsa esplosiva.
La storia si svolge in uno spazio precario, temporaneo, una sorta di gabbia, metafora dolente delle difficoltà di comunicazione dell’uomo contemporaneo, una sorta di scatole cinesi fatte di altrettante gabbie che rimandano ad una difficile condizione esistenziale i due protagonisti: Rosario, assassino di professione e Salvuccio, prete, due fratelli che si rincontrano dopo quasi dieci anni.
Amore e aggressività, volontà di conoscere e fatalismo, attrazione e repulsione, pietà e stanchezza, razionalità e casualità, grandi angosce e piccole gioie caratterizzano le molteplici gabbie dalle quali i due fratelli cercano di evadere. Sono le gabbie della propria condizione, le gabbie dei propri sentimenti e delle proprie esistenze multiformi, conflittuali, ambigue; le gabbie dell’incapacità di ricordarsi di se stessi, dimentichi degli “altri” che sono dentro di noi, nascosti dietro maschere diverse, ipnotizzati  dall’effetto farfalla. Rosario e Salvuccio, il nero e il bianco, due “recite” contrapposte per uno stesso fine: evadere strappandosi tutte le maschere, una ad una, per ritrovarsi fratelli in un unico abbraccio strategico dove il sangue bussa all’anima in una esplosione emotiva, entrambi liberi, l’uno grazie all’altro.
Io penso che ogni uomo possa trovare un giorno la possibilità di evadere, di sentirsi libero a condizione che egli sappia rendersi conto di essere in gabbia. La libertà è una parola grossa, di quelle parole che è meglio non pronunciare, perché come la dici in un attimo non c’è più. (Lauro Versari)


Un piccolo spettacolo teatrale che è diventato un caso nel suo genere. Un vero evento prodotto inizialmente dalla Ass.Culturale -Prima Quinta- (Torritto-Bari), ora viene  presentato dalla società di produzione -O.L.T.R.E.-  di Roma. Due anni di sperimentazione e messe in scene in molte e diverse location,( appartamenti privati-magazzini-piccole fabbriche- etc) una fase di studio e ricerca, fondamentale per potenziare e rendere viva la scrittura scenica dell'opera, per renderla più naturale possibile, reale, come in un film.
Dopo centinaia di repliche,  a volte anche riservate a pochi spettatori, come giornalisti o addetti ai lavori,  finalmente approda a Roma questo lavoro così emozionante, con una forma di recitazione immediata, che ha suscitato notevole interesse ed attenzione su tutto il territorio nazionale. Un lavoro minuzioso e  costante sulla parola e sulle pause che rende questo progetto innovativo e unico nel suo genere, definito da molti come" teatro-cinematografico".
Con Mutu migliaia di persone hanno pianto, si sono emozionate, si sono interrogate, sono state letteralmente inchiodate alla sedia nell'attesa di un nuovo colpo di scena, nell'attesa di un altro attimo di assoluta verità.
 

- Per schiacciare la mafia basta una stanza – Casa nostra batte Cosa nostra (Il Sole 24 ore)
- Uno spettacolo irruente e sospeso che diventa un grido di libertà e una vibrazione di sentimenti nudi. (ll Giornale di Sicilia)

NUOVOMETASTUDIO
Via degli Cluniacensi, 107 – Roma (Tiburtina)
www.nuovometastudio.com
Spettacoli nei giorni di giovedì, venerdì, sabato alle ore 21 e la domenica alle ore 18
Biglietti: intero 20€, ridotto 15€  comprensivo di parcheggio custodito e degustazione vini dell'azienda agricola Le Rose.
Posti limitati, si consiglia la prenotazione.
Contatti e prenotazioni Emanuela Faziazza 320.144.22.29

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