venerdì 24 febbraio 2012

GIULIO CESARE di W. Shakespeare dal 28 febbraio al Teatro India

TEATRO INDIA
dal 28 febbraio al 4 marzo 2012

Benvenuti srl e Lungta film
in collaborazione con Teatro di Roma presentano
GIULIO CESARE
di William Shakespeare
con Giandomenico Cupaiuolo (Bruto)
Roberto Manzi (Cassio)
Ersilia Lombardo (Calpurnia)
Lucas Waldem Zanforlini (Casca e Ottaviano)
Livia Castiglioni (Porzia)
Gabriele Portoghese (Marc'Antonio)
adattamento di Vincenzo Manna e Andrea Baracco
scene Arcangela di Lorenzo
consulente ai costumi Mariano Tufano
disegno luci Javier Delle Monache
regista assistente Giulia Dietrich
regia di Andrea Baracco
SPETTACOLO SELEZIONATO DALLO SHAKESPEARE GLOBE THEATRE DI LONDRA PER IL FESTIVAL GLOBE TO GLOBE 2012 (maggio 2012)


Il Giulio Cesare di Andrea Baracco sarà a Londra l'1 e il 2 maggio 2012 come unico spettacolo in rappresentanza del teatro Italiano al Festival 'Globe to Globe 2012', manifestazione internazionale che vede in scena le 37 opere di Shakepeare in 37 lingue diverse, programmata da aprile a giugno 2012 in occasione dei Giochi Olimpici.
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Nel narrare la storia del grande Giulio Cesare, Shakespeare racconta della congiura che ebbe origine nel 44 a.C, e della morte di Cesare che seguì tale congiura. Tragedia di Cesare, quindi, e con esso dell'ordine costituito; ma anche di Bruto o dell'ideale stesso di libertà, di un uomo distrutto dalle sue stesse virtù. Una visione straordinariamente moderna di almeno tre grandi figure politiche: Cesare, Bruto, Antonio, esaminate nell'intreccio dei loro destini, ma anche nel segreto della loro vita interiore.
Sui tratti dei personaggi e sulla loro fragile umanità, fatta di dubbi e turbamenti, incertezze e decisioni affrettate, scatti di violenza e pentimenti, si confronta Baracco e i suoi sei attori, restituendo uno spettacolo carico di simboli, visioni, poesia e metafora, minimale nella scelta delle scene e visionario nel richiamo ai costumi, ognuno icona stessa di una personalità.


NOTE DI REGIA
Nel Giulio Cesare Shakespeare mette in scena una società in via di estinzione (quanta lungimiranza!), una società colta esattamente nell'attimo terminale del proprio crollo, una società vittima del suo fallimento intellettuale, spirituale e politico. La Roma disegnata da Shakespeare è una città che vive sotto un cielo di piombo, sotto l'ombra di un'ingombrante corona di ferro. Una città di silenzi che si fanno culla di improvvisi rumori, assordanti; è una Roma che suona di passi solitari e furtivi, di verità indicibili che esplodono in pensier, in sogni maldestri, in visioni apocalittiche nate da menti di donne sterili.
Una Roma vittima di un cortocircuito: via le luci, è l'ora della notte, nera, senza luna.
Giulio Cesare, Bruto, Cassio, Marc'Antonio, Porzia, Calpurnia, Casca, Cinna, i cesaricidi, la folla inferocita e liquida, la Repubblica e/o la Monarchia. In che posizione si pone Shakespeare? È repubblicano o monarchico? E' dalla parte di Cesare o di Bruto? Cesariano o cesaricida? Ed in tutto questo quale funzione ha la folla? "Peste alle vostre due famiglie" sibila Mercuzio prima di morire nel Romeo e Giulietta, né Montecchi né Capuleti quindi, né da una parte né dall'altra, oppure, sia da una parte che dall'altra, questa è la formula shakespeariana per eccellenza in materia politica. L'indecidibilità è la regola, sembra suggerire lo scrittore. Shakespeare sembra dire che la violenza incondizionata è l'unico strumento che la collettività è in grado di utilizzare per uscire dalle proprie crisi, dai propri disequilibri e crolli nervosi; aggregarsi per commettere delitti e assassinii contro colui o coloro che vengono, a torto o a ragione, reputati i responsabili della crisi stessa. Il senso ultimo del testo di Shakespeare non è incentrato né sulla figura di Giulio Cesare (che infatti l'autore fa morire a metà del III atto) né su quella dei suoi assassini, né su un episodio della storia romana, ma pone l'accento sulla violenzain quanto tale e sulla sua origine, una violenza non controllata, che nasce dall'incertezza, dalla precarietà, dalla crisi, una violenza che si manifesta sia attraverso le scelte e quindi poi le conseguenti azioni di uomini "illuminati" e pubblici, sia attraverso le reazioni umorali di una folla inferocita; è questa violenza a dare all'opera la sua unità.
Ed allora cosa importa se il Cinna in cui casualmente ci imbattiamo è uno dei congiurati o un omonimo poeta? Si uccida pure Cinna! Perché scrive brutti versi! (Andrea Baracco)
Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman, 1_00146 Roma
spettacoli dal mart. al sabato ore 21.00; domenica ore 18.00
ufficio stampa: 369gradi centro diffusione cultura contemporanea
Benedetta Boggio benedetta.bo@gmail.com -
promozione: Alessia Esposito alessia369@gmail.com - Maurizio Piazza
info e prenotazioni Teatro di Roma Tel. 06 684000314

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