27-28 29 aprile 2012 - h21
PROFANAZIONI
Trittico dello Spaesamento
(1° quadro il minotauro)
Ideazione, drammaturgia e regia di Roberta Nicolai
con Michele Baronio e Enea Tomei
Costumi e scene Andrea Grassi
Disegno sonoro Gianluca Stazi
Disegno luci Roberta Nicolai
Video a cura di Adriano Mestichella
In video Katia Caselli, Manuela Miscioscia
Scenotecnica Claudio Petrucci, Amoni Vacca
Sartoria Atelier Nove
Produzione: Chantier TEMPS D'IMAGES 2010/Romaeuropa, OFFicINa1011 triangolo scaleno teatro, in collaborazione con Residenza Teatro Misa_Comune di Arcevia Progetto Habitateatro AMAT e Teatro Furio Camillo_Roma
L'intimità con una zona di non-conoscenza è una pratica mistica quotidiana, in cui Io, in una sorta di speciale, gioioso esoterismo, assiste sorridendo al proprio sfacelo.
(Agamben, Profanazioni)
Dal 27 al 29 aprile debutta a Centrale Preneste Profanazioni,Trittico dello spaesamento (primo quadro: Il Minotauro) di Roberta Nicolai, prodotto da Triangolo Scaleno Teatro. Lo spettacolo prende le mosse dall'omonimo libro di Giorgio Agamben. L'urgenza espressiva e la materia su cui lavora la Nicolai sono l'identità dell'individuo, la sua frantumazione, la percezione di sé all'interno dell'archivio fisico ed emotivo.
Due in scena. Sono Uno e Lo stesso. Due corpi, duplicazione di un unico essere. Entrambi sono l'originale. Entrambi sono motore di azioni, gesti, coincidenze, gioco, regole e invenzioni. Entrambi sono la creatura che si sveglia in un presente inafferrabile. Ognuno vede sé nell'altro. In fondo ad un corridoio, nell'angolo di una porta, nel vuoto di una stanza. Si riconosce da sguardi incerti. La creatura cerca la sua identità attraverso la relazione con se stessa.
Un universo maschile in cui il corpo è unico dato reale presente. La loro relazione è un movimento e il movimento costruisce la casa, un labirinto continuamente modificato. La potenza delle azioni obbligano il corpo ad esporsi, espandersi, arrivare al limite della forza.
Materia scenica è il corpo vivo in relazione a corpi opachi, sette materassi. Tutto ciò che chiamiamo realtà è in video. Una torta di compleanno, un prato, una fanciulla addormentata e poi foto di famiglia, una madre, un bambino sono le immagini di un'esistenza che cerca di tirare i fili di se stessa. Galleggiano. Sono ricordi, desideri inesauditi. Sono il mondo. La realtà è un artificio tecnico che non si lascia usare del tutto. Per catturarla c'è bisogno della materia, di una superficie chiara che la scovi e la contenga. Una materia intima e privata, come la superficie di un materasso.
È possibile rispondere alla domanda – chi sono? soltanto con la pratica. E questa pratica è la scena. Le azioni della scena sono la traccia materiale del rapporto di un uomo con se stesso. Il labirinto è la sua griglia di esperienza, il luogo dove incontra se stesso immaginando di relazionarsi con un altro se stesso. La percezione che ognuno ha di sé è parziale. Da una parte la piccola sponda del conosciuto. Al di là di quel limite, troppo vicino, l'abisso di ciò che non conosce, l'impersonale. Procedere oltre il limite è affascinante e pericoloso, si può incontrare la propria storia. Si può incontrare la figura che ci supera e ci eccede, il simbolo dell'unicità individuale, il Minotauro, mito in cui ogni uomo può vedere riflessa, nella figura ambigua e doppia, la propria arrogante presunzione di unicità e l'inafferrabilità dell'immagine che ha di se stesso.
L'uomo contemporaneo è una soglia, tra conoscenza e ignoranza di sé. Di sé sa ormai troppo e niente. Sillaba la realtà, dà nome alle cose. E ogni più piccola esperienza è il primo movimento, la prima parola di un'indagine che si deve pensare in un remoto passato per poter muovere fragili passi in un futuro tutto da immaginare.
Roberta Nicolai. Drammaturga, regista e direttore artistico. Dirige il triangolo scaleno teatro di Roma. Al lavoro di creazione personale (spettacoli, anno e luogo del debutto: Orlando furioso 2001, Sala Umberto, Roma; Circus Kafka Show 2003, Teatro Furio Camillo, Roma; Il castello 2004 Palladium, Roma; un altro Calderón 2007 Teatro Vascello, Roma; anima 2009, Teatro Furio Camillo e Palladium, Roma; Profanazioni 2010, Romaeuropafestival 2010, Cantieri Temps d'Images, Roma), dal 2005, affianca la cura e la realizzazione di progetti dedicati alla scena contemporanea: teatrinvisibili (monitoraggio e convegno 2005/06), Teatri di Vetro festival delle arti sceniche contemporanee (cinque edizioni dal 2007 al 2011), OFFicINa, Cantiere di creatività contemporanea della Regione Lazio (vincitore per due bienni: 2008/09 e 2010/11 del bando Officine culturali della Regione Lazio). Nel 2011 vince il premio Kilowatt-Ubulibri come migliore giovane curatore della scena contemporanea per essersi distinta per la qualità del proprio lavoro, per le idee messe in campo e per la forza della propria proposta artistica. Laureata in filosofia. Dopo una formazione artistica basata sulla pluralità degli insegnanti e degli insegnamenti, lavora presso compagnie teatrali e fa esperienza di pratiche di teatro in luoghi non convenzionali. Sperimenta continuativamente la didattica teatrale all'interno della propria compagnia e in contesti diversi: in campi rom, in Africa, dal 1990 al 2008 in moltissime scuole del territorio di Roma. E' docente di recitazione presso il Centro Internazionale La Cometa dal 1998 al 2003 e il Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2003.
CENTRALE PRENESTE – Teatro per nuove generazioni
Via Alberto da Giussano 58 – Roma Quartiere Prenestino / Pigneto
Biglietti intero 10 ridotto 8
Informazioni e prenotazioni: Ruotalibera Teatro
06 27801063 – 25393527 lunedì/venerdì 10.00/17.00
(dal lunedì al venerdì fino alle ore 17.00 e previa conferma da parte del teatro)
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