venerdì 22 giugno 2012

PIRANDELLIANA 2012: torna la rassegna dedicata al grande commediografo siciliano dal 5 luglio al 5 agosto all'Aventino

Marcello Amici
GIARDINO DELLA BASILICA DI SANT'ALESSIO ALL'AVENTINO
dal 5 luglio al 5 agosto - ore 21.15
La Bottega delle Maschere presenta
PIRANDELLIANA XIV edizione
COSÍ È (SE VI PARE)
LA VERITÁ - LA PATENTE
L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA - ALL'USCITA
di Luigi Pirandello
Con
Marcello AMICI - Marco VINCENZETTI -
Ingrid MAURETTI - Giuseppe ARNONE - 
Anna VARLESE - Umberto QUADRAROLI -
Raffaella ZAPPALÁ - Alcide PASQUINI - 
Lorenzo MESSERI - Ilaria CARLUCCI - 
Roberta RUBBINO - Laura TEDESCO -
Valeria PISTILLO - Alessio FRANCESCANGELI - 
Carlo BARI
Scenografia e ricerca musicale: Marcello de LU VRAU
Direzione artistica e costumi: Natalia ADRIANI

La bottega delle maschere è tra gli ultimi depositari del teatro di parola, della civiltà della parola che aspira a visualizzarsi e acquistare corpo e movimento trasferendosi di là dal sipario. Tutto è ricondotto al palcoscenico, al vuoto senza protezione, dove si giuoca a fare sul serio.
La bottega è il testimone della trasformazione e dell'uso della parola, del suo rapporto con
l'immaginazione: il teatro è una bocca che pronuncia parole mai udite prima. Non può esserne
espropriato. È un delitto interrompere il sogno! 
Pirandelliana (XIV Edizione) è un progetto unico, una sperimentazione culturale completa
sulla drammaturgia dell'uomo del Kaos: un appuntamento da non perdere con una delle
manifestazioni più attese ed eleganti dell'Estate romana.
La celebre rassegna teatrale si svolgerà dal 5 luglio al 5 agosto nel suggestivo giardino della
Basilica di Sant'Alessio che dall'alto del colle Aventino si affaccia maestosamente su Roma,
spaziando dal Gianicolo al Campidoglio.
Il 5 luglio debutta Così è (se vi pare). La commedia sarà in scena il martedì, il giovedì e il
sabato.
Il 6 luglio tocca a La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca e All'uscita. I quattro Atti unici di Luigi Pirandello saranno rappresentati il mercoledì, il venerdì e la domenica.

COSÍ È (SE VI PARE)
«Parabola» (l'unica che mi sia veramente cara) fu definita da Pirandello la vicenda
drammatica tratta dalla sua novella La signora Frola e il signor Ponza, suo genero, proprio
per l'insegnamento morale che essa suggerisce: la storia dell'una (la signora Frola) che dice
viva la propria figlia creduta morta dal genero e a lui ridata in moglie, ma come fosse un'altra
donna, è altrettanto vera quanto la storia dell'altro (il signor Ponza) che afferma sia pazza la
suocera, la quale ritiene viva la figlia, mentre è morta da quattro anni.
La stanza della tortura, stavolta, è un salotto provinciale col suo brulicare di conformisti
impiegati di prefettura e di signore irragionevoli e benpensanti. Tutti si muovono come
marionette e si dilaniano in una innaturale ricerca della verità. Si fanno indagini, ma non esiste
né il certificato di morte della figlia della signora Frola, né tantomeno quello di un secondo
matrimonio del Ponza. La situazione potrebbe essere chiarita solo dalla diretta interessata: la
signora Ponza. La donna rende la situazione ancora più complicata, dichiarando di essere sia
la moglie del Ponza, sia la figlia della signora Frola.
- Ah, no, per sé, lei, signora: sarà l'una o l'altra!
- Nossignori. Per me, io sono colei che mi si crede.

Non è gran filosofia affermare che siamo come gli altri ci vedono, ma non per questo si può
stare quieti a pensare che c'è uno che si affanna a persuadere gli altri che noi siamo come ci
vede lui…
La parabola è un capolavoro non per il dettato filosofico, ma per i fantasmi esistenziali che
assembra.
Bianco e nero e un pizzico di viola! Tutti uguali: grigie le signore, neri gli uomini, per un giuoco
tra marionette futuriste e personaggi antichi, fedeli alleati dell'Autore. La verità, trasparente sul
finale perché illuminata in controluce, sta in casa di un limbo che ospita attori e personaggi. E'
un palcoscenico totale, un arsenale delle apparizioni in cui si dipanano i momenti intensi di un
Novecento teatrale alla base della drammaturgia contemporanea. In uno spazio elementare
è collocata la coscienza dell'azione. Si presenta in viola colui che rasserena il pubblico,
affondato nell'incapacità di capire, e lo consola. Un supremo inquisitore che mette sotto scacco sia gli attori, sia gli spettatori oltre l'uscita dal teatro, abile nel togliere ogni sostegno al giudizio, per modo che non si possa più distinguere tra fantasma e realtà.
Il problema della solitudine umana, dell'incomunicabilità, della verità, quella da ciascuno di
noi creduta in un dato momento e in determinate circostanze, la liquidazione del principio di
identità, l'angoscia dell'essere sempre differenti da sé stessi, sono disseminati ovunque e
trovano risoluzione nelle linee futuriste della scenografia, nelle note di un pianoforte come in
quelle di una musica primordiale e nei costumi che contengono le curve del guscio dell'uovo.
In tutta la messinscena l'umorismo è uno strumento critico e un elemento aggregante,
attraverso il quale i misteri dell'anima e lo struggente teorema del testo, si ricollegano per vie
sotterranee alla tragedia greca, e preannunciano le inquietanti suggestioni del dottor Freud.

LA VERITÁ
LA PATENTE
L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA
ALL'USCITA
È un palcoscenico di istrioni. Ognuno arriva e racconta la stessa storia: la pena d'esser così e
di non poter più essere altrimenti! Laggiù, oltre il fondale, c'è All'uscita.
La vita è un breve momento di illuminazione, tutto il resto è buio. L'unica luce proviene
dall'alto, da certi lampioni oltre il celetto del teatro. C'è poco tempo per parlare, si sta dentro un
piccolo alone. Una replica del lanternino di Mattia Pascal e, attraverso quella luce, si crede di
vedere gli elementi razionali ed emozionali dell'umanità, la parzialità di tutte le verità, l'illusorio
carattere dei valori in cui crediamo. Pare un dialogo con Leopardi cui Pirandello racconta la
sua teoria sulla ragione.
Nella genesi di tutta l'opera pirandelliana sta scritto: in principio era il teatro! La verità, La
patente, La morte addosso, All'uscita. La prima era ed è rimasta una novella, la seconda e
la terza, col nome L'uomo dal fiore in bocca, sono diventate atto unico. La quarta, All'uscita,
anch'essa destinata in origine alla narrativa, è diventata l'atto di nascita ufficiale del teatro
pirandelliano. Quattro messinscena, quindi, tra narrativa e teatro dove si racconta la storia
di popolani e di piccoli borghesi che vorrebbero vendicarsi di esistere in modo gramo e
per questo cercano inquietanti strade di evasione e di rivalsa, quasi a difendersi dalla vita
che fa male a tutti, inevitabilmente. Il denudamento della maschera non comporta la morte
dell'istrione, perché scoprirsi non più marionetta significa cominciare a ragionare, a usare
un'altra maschera.
Dagli appunti del regista: "Con quattro atti unici, legati tra loro con delle monadi pirandelliane,
vorrei concludere una mia tesi: l'universo pirandelliano è lo spazio dell'istrione. Le sghembe
poesie, i romanzi, le novelle, le commedie che lo popolano, sono aspetti di una contraffazione
istrionica, alterazione di una voce umana nel tentativo disperato di sottrarre la vita alla pena
di una forma. Per evitare lo scacco, per ingannare la morte, l'istrione adopera tutte le sue
risorse: esaspera il giuoco, come Tararà ne La verità che racconta di non aver potuto fare a
meno di uccidere la moglie con un colpo d'accetta; come Chiarchiaro ne La patente segregato
nei panni di uno iettatore, come in un involucro difensivo, una pattumiera beckettiana in cui
irrigidisce la maschera con cui gli altri lo coprono. Per lui non c'era l'art. 18 ed era stato buttato
in mezzo ad una strada perché iettatore, con la moglie paralitica da tre anni in un fondo di letto
e due figliole da marito; come L'uomo dal fiore in bocca che esibisce la sua stessa sofferenza
nel vano tentativo di mutare in disgusto il piacere ineliminabile della vita.
La dissimulazione pirandelliana è collocata ovunque, come All'uscita, tra apparenze di morti,
nel significato delle parole che fanno nascere un nuovo teatro, attento, anche qui, a quello che
sta succedendo a Vienna, in Bergasse 19".

Ingresso € 12,00 (ridotto € 10,00)
Inizio spettacoli ore 21.15 - apertura botteghino ore 20 - Lunedì riposo
Informazioni e prenotazioni: 06.6620982

programma...


LUGLIO
Giovedì 5    Cosí è (se vi pare)
Venerdì 6   La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Sabato 7 Cosí è (se vi pare)
Domenica 8 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Lunedì 9 Riposo
Martedì 10 Cosí è (se vi pare)
Mercoledì 11 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Giovedì 12 Cosí è (se vi pare)
Venerdì 13 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Sabato 14 Cosí è (se vi pare)
Domenica 15 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Lunedì 16 Riposo
Martedì 17 Cosí è (se vi pare)
mercoledì  18 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
giovedì  19 Cosí è (se vi pare)
venerdì 20 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
sabato 21 Cosí è (se vi pare)
Domenica 22 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Lunedì 23 Riposo
Martedì 24 Cosí è (se vi pare)
Mercoledì 25 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Giovedì 26 Cosí è (se vi pare)
Venerdì 27 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Sabato28 Cosí è (se vi pare)
Domenica 29 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Lunedì 30 Riposo
Martedì 31 Cosí è (se vi pare)

AGOSTO
Mercoledì 1  La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Giovedì 2 Cosí è (se vi pare)
Venerdì 3 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita
Sabato 4 Cosí è (se vi pare)
Domenica 5 La verità, La patente, L'uomo dal fiore in bocca, All'uscita

Uff. Comunicazione: Valeria Buffoni - valebuf@yahoo.it

Nessun commento: