mercoledì 19 ottobre 2011

ASSO DI MONNEZZA, i traffici illeciti di rifiuti in Italia: Ulderico Pesce al Teatro Ambra Garbatella

AMBRA TEATRO ALLA GARBATELLA
dal 25 al 30 ottobre 2011
Il Centro Mediterraneo delle Arti - Legambiente
e il Teatro dei Filodrammatici presentano
ASSO DI MONNEZZA
i traffici illeciti di rifiuti
di e con Ulderico Pesce

Asso di Monnezza: i traffici illeciti di rifiuti in Italia, coprodotto da Legambiente e dal Teatro dei Filodrammatici di Milano, racconta i traffici illeciti dei rifiuti urbani e soprattutto di quelli industriali che attanagliano l'Italia e che fanno arricchire pochi a discapito della salute di molti e dell'ambiente, tanto da far dire che il vero asso nella manica è "quello di monnezza", vale a dire che l'immondizia smaltita illegalmente offre una grande possibilità di arricchimento.

Asso di Monnezza rientra nel filone del Teatro Civile già percorso da Ulderico Pesce con Storie di Scorie: il pericolo nucleare italiano. Il testo è stato scritto in base alla documentazione ufficiale della Magistratura italiana e al Rapporto ecomafie di Legambiente, molte delle indagini citate sono ancora in corso, e nello spettacolo si denunciano i Clan della Camorra che si dedicano a questa fruttuosa attività, i funzionari delle Istituzioni pubbliche coinvolti e i titolari delle "finte" ditte di compost fertilizzante per l'agricoltura che sempre più spesso scaricano rifiuti tossici sulla terra agricola.

ASSO DI MONNEZZA racconta...
E' la storia di Marietta e della sua famiglia. Marietta è nata nella periferia di Napoli, a Pianura. Il balcone della sua casa si affaccia su una discarica di "monnezza" dove da 40 anni sono state sversate tonnellate di rifiuti, tra i quali 1000 tonnellate di liquidi chimici pericolosissimi provenienti  dall'Acna di Cengio (Savona). Nata in una famiglia poverissima il suo primo giocattolo l'ha trovato proprio in questa discarica: una bambolina spelacchiata che ancora conserva; ma la discarica e i suoi fumi tossici le ha portato via tutta la famiglia, i genitori e una sorella stroncati da tumori.
Rimasta sola Marietta si sposa con Nicola e va ad abitare in una masseria agricola a Giugliano, alle porte di Napoli, dove presto arriverà un'altra discarica: dove arriva Marietta arrivano le discariche.
Marietta è marchiata dalla "monnezza" pertanto la odia ma, dopo un viaggio fatto a casa della sorella Marisa, nel quartiere Colli Aniene di Roma, dove si fa la raccolta differenziata porta a porta, e dove i rifiuti vengono riciclati, cambia vita. Torna a Giugliano, che come sempre è sommersa dai rifiuti e cerca, invano, di convincere le autorità a praticare gli stessi metodi scoperti nel quartiere di Roma. Nulla potendo comincia a praticare la raccolta differenziata porta a porta in assoluta autonomia e grazie all'aiuto dei figli Antonio e Vincenzo.
Se Marietta e i figli raccolgono l'immondizia il marito Nicola e l'altro figlio Cristian la "nascondono", nel senso che sono due malavitosi che smaltiscono, in cambio di molti quattrini, rifiuti industriali pericolosissimi provenienti dal Nord che loro gettano nel mare, nei fiumi, in discariche o direttamente sulla terra agricola.
Il conflitto tra Marietta e il marito Nicola diventa il conflitto tra due modi di concepire l'ambiente la legalità e la vita in genere.

I rifiuti nel Lazio
Rispetto al problema dei traffici dei rifiuti il sentire comune nato in questi anni vede soprattutto il Sud dell'Italia afflitto dal problema e invece non è così. E'tutto il territorio nazionale che viene utilizzato dai trafficanti, comprese regioni come la Lombardia e il Lazio. Del resto nel Lazio, dove non è mai nato un progetto serio di riduzione del rifiuto oltre che del riciclo, la raccolta differenziata si ferma ad un misero 12%. E se il Lazio, nella classifica delle illegalità in materia di rifiuti nel 2006 era al sesto posto, ora è al quarto. Vero e proprio crocevia di traffici illeciti sono le province di Viterbo e Rieti, dove sono finiti gli scarti di lavorazione degli scavi della linea B1 della metropolitana di Roma oltre che svariate tonnellate di fanghi pericolosi provenienti da varie parti d'Italia.
Il caso eclatante, scoppiato il 9 marzo del 2009, è il sequestro dell'inceneritore di Colleferro e l'arresto di 13 persone. Secondo gli investigatori nell'inceneritore venivano bruciati anche rifiuti pericolosi. Anche la provincia di Frosinone, dove vivono molteplici attività industriali, ha il triste primato di avere i fiumi Sacco e Liri altamente inquinati da rifiuti industriali con pesanti conseguenze per l'agricoltura e la zootecnia. La Valle del Sacco, secondo la magistratura, è interessata dallo sversamento sulla terra fertile e nei fiumi sopra indicati di svariate tonnellate di rifiuti chimici. Le acque dei fiumi Sacco e Liri, utilizzate per irrigare i terreni e per l'abbeveraggio del bestiame, hanno prodotto la contaminazione di prodotti destinati all'alimentazione umana, in particolare del latte.

I rifiuti di Roma e la discarica di Malagrotta
Ma il problema di una gestione all'acqua di rose dei rifiuti è esteso anche alla capitale che, se non avesse la grande discarica di Malagrotta, sarebbe sommersa dai rifiuti visto che, anche a Roma, si riesce a differenziare solo il  18-20% dei rifiuti,
E' solo da qualche anno che, in alcuni quartieri di Roma, è partita la raccolta differenziata porta a porta, come ai Colli Aniene, dove si arriva a riciclare il 65% dei rifiuti.
In questa mancanza di organizzazione del Comune di Roma nella gestione dei rifiuti ha prosperato il signor Manlio Cerroni, proprietario della discarica di Malagrotta che, dalle giunte regionali di tutti i colori politici ha avuto autorizzazioni ad estendersi e a svilupparsi fino all'attuale "gassificatore", costruito grazie ad una legislazione messa a punto dal Governo Berlusconi e confermata dal Governo Prodi che ha permesso il contributo economico a chi voleva realizzare inceneritori, termovalorizzatori, gassificatori e quant'altro. Il Governo insomma, invece di incentivare la raccolta differenziata porta a porta e il conseguente riciclo dei rifiuti, ha finanziato, con una legge apposita chiamata Cip 6, chi vuole incenerire o produrre energia dai rifiuti. Questo gassificatore è stato sequestrato dalla magistratura perché non in regola con le norme antincendio e la Seveso 2,  che vieta di concentrare nella stessa area più impianti a elevato rischio ambientale. Poi è stato dissequestrato, ma rimane tuttora sotto inchiesta. Accanto alla discarica di Malagrotta, e quindi vicino al gassificatore, insiste una raffineria petrolifera. I responsabili della discarica di Malagrotta sono stati più volte condannati per aver smaltito dentro la discarica rifiuti pericolosi come fanghi e materiale di risulta del trattamento del percolato. Il 2 febbraio 2010 si è aperto un nuovo processo penale contro l' ing. Francesco Rando,  l'amministratore della discarica, già condannato due volte in via definitiva e una volta in primo grado.  La discarica di Malagrotta dovrà chiudere entro il 2011, la Regione Lazio, invece di preoccuparsi di rilanciare con serietà la raccolta differenziata porta a porta, ha individuato le nuove tre discariche che dovranno nascere a Riano, nei pressi di Roma, a Corcolle (Municipio VIII sulla Prenestina) e a Palidoro all'interno del Comune di Fiumicino. L'avvocato Cerrone, già proprietario di Malagrotta, pare abbia acquistato alcuni terreni dove sorgeranno le nuove discariche. Pesce a fine spettacolo chiede al pubblico di firmare la petizione popolare su http://www.uldericopesce.it/ affinché venga bloccato il "disegno nefasto" della Regione Lazio affinché, come alternativa, nasca l'agognata raccolta differenziata porta a porta.

La discarica di Malagrotta, l'Atac, lo 089 e il Comune di Roma
Nella discarica di Malagrotta, grazie alla fermentazione dei rifiuti, si produce in grande quantità un liquido tossico, il percolato,  ed un gas, il  biogas, che è utilizzabile per i veicoli. L'Atac, agenzia per la mobilità pubblica del Comune di Roma, ha comprato cinque autobus che vanno a biogas e si riforniscono di carburante proprio nell'impianto dentro la discarica di Malagrotta, dove vengono sostati di notte senza far ritorno nel deposito Atac. I medesimi cinque autobus di linea, che portano il numero 089, partono da via Portuense, arrivano a Ponte Galeria e poi a Malagrotta passando proprio all'interno della discarica dentro la quale però, i cittadini che hanno pagato regolarmente il biglietto non possono scendere. Quelle fermate sono solo per i dirigenti e i lavoratori della discarica. Nello spettacolo Pesce denuncia un'illegalità perpetrata dall'Atac che lascia salire su un veicolo pubblico un cittadino al quale però non permette di scendere all'interno della discarica. In altri paesi europei potrebbe essere valutato come "sequestro di persona".
Sono molti gli interrogativi che spingono verso l'acquisizione di notizie chiare. Tutto ciò è raccontato nello spettacolo di Pesce anche attraverso l'ausilio di un video.  

Obiettivo dello spettacolo
Ulderico Pesce con questo spettacolo mira a far luce su due punti:
-sul sistema di smaltimento dei rifiuti urbani di cui si parla abbondantemente sulla stampa, e che vede il Sud dell'Italia "incapace di gestire la monnezza" perché nelle mani della malavita e della clientela politica, e un Nord capace ed efficiente;
-sul sistema di smaltimento illegale dei rifiuti industriali, di cui la stampa non parla mai, e che vede il ricco Nord produrre rifiuti chimici pericolosissimi dei quali, parti consistenti, vengono scaricati nel Sud del'Italia, sulla terra agricola, nelle fabbriche di fertilizzante per l'agricoltura, nel mare, nei fiumi ecc.

A proposito dello smaltimento di questi liquidi industriali va detto che l'anello centrale della catena è rappresentato dai Laboratori chimici, prevalentemente Toscani, che sono pronti, in cambio di quattrini, a rilasciare falsi certificati in cui si dichiara che le sostanze tossiche quali cromo, zinco, arsenico e altro, sono state lavorate e rese innocue. Con questi falsi certificati i trafficanti attraversano con tutta tranquillità mezza Italia e scaricano questi prodotti in discariche abusive, su terreni agricoli, nei laghi e nel mare. In Italia sparisce ogni anno, una montagna di rifiuti tossici alta 2.600 metri e una base di tre ettari. Dove finiscono queste montagne di porcheria? Nell'ambiente!
Ulderico Pesce in Asso di Monnezza sottolinea infine la necessità di punire penalmente i reati ambientali inserendo nel Codice Penale Italiano il reato contro l'ambiente.
Oggi, in Italia, si concretizza una vergogna: se si uccide o si ruba qualcosa si commette un reato punito penalmente, se si contamina il mare o la terra il reato non è punito penalmente ma, nella maggior parte dei casi, si risolve con un'ammenda pecuniaria. 
Affinché il reato contro l'ambiente venga inserito nel codice penale Pesce ha dato vita ad una petizione popolare sul sito http://www.uldericopesce.com/

Note di regia
Ho scritto Asso di monnezza nel 2005 e di "monnezza" se ne parla ancora, sia di quella che produciamo nelle nostre case che di quella che producono le industrie. Entrambe dovrebbero essere smaltite attraverso metodologie rigorose ma, nel caso dell'Italia, sempre più spesso si ricorre alla malavita.
La stampa si è occupata molto della spazzatura  che ha invaso le strade della Campania e della Sicilia, perché l'immondizia era sotto gli occhi di tutti. Io, in Asso di monnezza, mi occupo anche di quella "monnezza" che non si vede, assai pericolosa, prodotta dalle industrie, che viene smaltita nell'ombra. Arsenico, cobalto, fosforo vengono prelevati soprattutto nelle industrie del Nord, che ne producono il 74%, e vengono scaricati nel Centro Sud: sulla terra agricola, nel mare, nei fiumi.  Due esempi: tra il 2004 e il 2005 solo a Villaliterno, in provincia di Caserta, sono stati versati sulla terra agricola 38.000 tonnellate di veleni chimici mentre nel mare di Taranto sono state gettate 90.000 tonnellate di idrocarburi. La Magistratura ha certificato tanti di questi episodi che dovrebbero essere puniti dal codice penale, invece di essere "puniti" dal codice civile  con un'ammenda pecuniaria.
Ho intervistato giudici, gente che vive nelle vicinanze di discariche, ammalati di tumore, malavitosi, ambientalisti, carabinieri ecc. e grazie al teatro, a una storia e a dei personaggi, voglio far conoscere il materiale che ho raccolto.
Quand'ero bambino vedevo mia nonna che raccoglieva gli avanzi di cibo e i resti organici in un secchio di zinco e li andava a scaricare sotto un ulivo. Quando mi dava questo incarico ero pieno di gioia e andavo a mettere questa melma nutriente sotto la pianta con la convinzione di "dare da mangiare a un affamato".
Sono passati una trentina d'anni e a tutt'oggi mi sento di promuovere la raccolta differenziata porta a porta affinché la maggior parte dei rifiuti possa essere riciclata, invitando tutti ad una nuova modalità di vita, che è proprio quella di mia nonna; lei lo faceva per "necessità" mentre noi dovremmo farlo per "scelta".
(Ulderico Pesce)

TEATRO AMBRA GARBATELLA
piazza Giovanni da Triora 15, Roma
spettacoli:  mar/sab h 21.00 dom h 17.00
Biglietti: ridotto € 12,00 intero € 15,00 
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Viola Sbragia <viola.sbragia@gmail.com>
A: Undisclosed-Recipient@yahoo.com
Inviato: Mercoledì 19 Ottobre 2011 14:12
Oggetto: Fw: Ulderico Pesce - Teatro Ambra alla Garbatella



ULDERICO PESCE sarà al Teatro Ambra alla Garbatella dal 25 ottobre al 13 novembre con tre spettacoli: Asso di monnezza (25/30 ottobre) FIATo sul collo (1-6 novembre, dove è affiancato da Andrea Satta dei Tetes du bois) e A come amianto (8-13 novembre).
"In questi anni mi chiedo spesso che senso abbia il teatro nel mondo disastrato di oggi." - dichiara l'autore, interprete e regista di questa trilogia – "Non so darmi una risposta razionale e oggettiva. Riesco solo ad avere una risposta interiore ed emotiva."  E la sua rabbia civile esplode nel teatro: "La vomito a teatro con l'augurio che questa mia rabbia possa coinvolgere emotivamente chi viene e produrre una "reazione sociale" che possa portare alla costruzione di un mondo migliore. Questo è lo spirito che mi ha spinto a portare in scena i lavori che presento all'Ambra Garbatella: "Asso di monnezza", dove parlo dell'assurda esistenza nella capitale d'Italia della discarica di Malagrotta; "FIATo sul collo", dove racconto la vita degli operai della FIAT di Melfi e "A come … amianto" dove racconto la fibra killer."
Asso di Monnezza: i traffici illeciti di rifiuti in Italia - coprodotto da Legambiente e dal Teatro dei Filodrammatici di Milano, con il Centro Mediterraneo delle Arti - racconta i traffici illeciti dei rifiuti urbani e soprattutto di quelli industriali che attanagliano l'Italia e che fanno arricchire pochi a discapito della salute di molti e dell'ambiente, tanto da far dire che il vero asso nella manica è "quello di monnezza", vale a dire che l'immondizia smaltita illegalmente offre una grande possibilità di arricchimento.
E' la storia di Marietta e della sua famiglia. Marietta è nata nella periferia di Napoli, a Pianura. Il balcone della sua casa si affaccia su una discarica di "monnezza" dove da 40 anni sono state versate tonnellate di rifiuti, tra i quali 1000 tonnellate di liquidi chimici pericolosissimi provenienti  dall'Acna di Cengio (Savona). Nata in una famiglia poverissima il suo primo giocattolo l'ha trovato proprio in questa discarica: una bambolina spelacchiata che ancora conserva...
Lo spettacolo rientra nel filone del Teatro Civile già percorso da Ulderico Pesce con Storie di Scorie: il pericolo nucleare italiano. Il testo è stato scritto in base alla documentazione ufficiale della Magistratura italiana e al Rapporto ecomafie di Legambiente, molte delle indagini citate sono ancora in corso, e nello spettacolo si denunciano i Clan della Camorra che si dedicano a questa fruttuosa attività, i funzionari delle Istituzioni pubbliche coinvolti e i titolari delle "finte" ditte di compost fertilizzante per l'agricoltura che sempre più spesso scaricano rifiuti tossici sulla terra agricola.
Ulderico Pesce con questo spettacolo mira a far luce su due punti:
-sul sistema di smaltimento dei rifiuti urbani di cui si parla abbondantemente sulla stampa, e che vede il Sud dell'Italia "incapace di gestire la monnezza" perché nelle mani della malavita e della clientela politica, e un Nord capace ed efficiente;
-sul sistema di smaltimento illegale dei rifiuti industriali, di cui la stampa non parla mai, e che vede il ricco Nord produrre rifiuti chimici pericolosissimi dei quali, parti consistenti, vengono scaricati nel Sud del'Italia, sulla terra agricola, nelle fabbriche di fertilizzante per l'agricoltura, nel mare, nei fiumi ecc.
Oggi, in Italia, si concretizza una vergogna: se si uccide o si ruba qualcosa si commette un reato punito penalmente, se si contamina il mare o la terra il reato non è punito penalmente ma, nella maggior parte dei casi, si risolve con un'ammenda pecuniaria. (In allegato, foto e scheda completa di "Asso di Monnezza")


Uff.stampa Viola Sbragia 3358369150 - 06 6792613


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