lunedì 21 maggio 2012

al Teatro Quirino il debutto nazionale di MARIA ELISABETTA NATE REGINE con Lisa Galantini e Alessia Giuliani

Teatro Quirino
Sabato 26 Maggio 2012 ore 20,45 
MARIA ELISABETTA NATE REGINE
di Emanuela Guaiana
liberamente tratto da Maria Stuart di Friedrich Schiller 
Diretto e interpretato da
Lisa Galantini  e Alessia Giuliani
Scene: Massimo Adario, Davide Valoppi
Costumi: Alessandra Abruzzese
Luci: Sandro Sussi
Debutto Nazionale

Nell'ambito della terza edizione della rassegna "Autogestito" diretta da Marianella Bargilli, sabato 26 Maggio 2012 sarà in scena al Teatro Quirino lo spettacolo "Maria Elisabetta nate regine" di Emanuela Guaiana, liberamente tratto da Maria Stuart di Friedrich Schiller, diretto e interpretato da Lisa Galantini e Alessia Giuliani.

In un mondo di uomini, Elisabetta I e Maria Stuarda sono regine. Il sangue le vuole sorelle, la storia nemiche mortali. In questa partita sanguinaria, in questo gioco al massacro, le prime vittime saranno le loro libertà personali, le loro pulsioni, il loro desiderio di essere madri e amanti. Un destino feroce spetta a chi è nato capo. Ma è donna.

Note dell'Autrice Due donne, Maria, regina di Scozia ed Elisabetta I, regina di Inghilterra, due donne di sangue regale, discendenti da famiglie potenti, nate regine, intrappolate dal destino apparentemente benevolo, sono il fuoco del testo.
Maria-Elisabetta: due metà della stessa donna, due metà perennemente in conflitto, una designata alla sopraffazione, l'altra al sacrificio, al dono di sé.
La nostra storia inizia con un incontro tra le due regine, dove ancora nulla ha compromesso il loro rapporto, anzi assistiamo ad una inspiegabile complicità tra di loro. Fuori dal tempo della tragedia le due forze, le due metà ancora coesistono, si rivelano a noi e dentro di noi come testimoni di una comunione ancora possibile.
Dalla seconda scena inizia la tragedia, Maria ha attentato più volte alla vita di Elisabetta, e dopo essere stata scoperta, viene imprigionata dalla sua eterna rivale che pensa al modo migliore per renderla innocua.
Assistiamo lentamente ad una presa di coscienza forte ed estrema, ad un'alternanza di riflessioni, e getti emotivi violenti, che attraverseranno le regine, e le cambieranno nel profondo, fino a portarle alla reale consapevolezza di riconoscersi vicendevolmente come l'esatto opposto di se stesse.
Questo è l'attimo in cui la verità si rivelerà in tutta la sua violenza, da questo momento in poi gli eventi capitoleranno in modo irreversibile, Maria morirà ed Elisabetta vivrà.
Il potere rinchiude l'essere umano dentro una solitudine disperata, lo isola, regala una libertà apparente, Maria ed Elisabetta, regine, cercano di sopravvivere alle loro paure, alla paura di perdersi nel potere, che mortifica e sopprime la loro umanità.
Il linguaggio del testo si nutre in parte del dramma di Schiller, ma il cuore e le viscere, il sangue della drammaturgia è costituito dalla forte contaminazione esercitata dalle testimonianze che ho letto e rielaborato, dalle lettere, dai documenti delle donne dell''Ndrangheta, della Camorra e Cosa nostra, donne straordinarie, donne d'onore, illuminate e potentissime, donne orribilmente deprecabili.
Donne condannate fin dalla nascita ad un destino inesorabile.
Donne come Maria ed Elisabetta. (Emanuela Guaiana)

Note di regia
A un certo punto è diventato per noi inevitabile metterci insieme e creare qualcosa di nostro. Forse la crisi, dentro la quale il teatro è caduto con tutte le scarpe, forse una maturità di attrici che ha fatto nascere in noi questo desiderio di maternità artistica, sicuramente la voglia di tirare fuori il coraggio che serve a mettere in scena quello che da subito, tra noi, è stato il "figlio nostro". Così abbiamo messo insieme una squadra che vibra d'entusiasmo: una drammaturga, due architetti, una costumista, un light designer e un nutrito gruppo di professionisti che ci hanno regalato la loro collaborazione. Qualcuno alla sua prima esperienza teatrale, qualcun'altro che in teatro ci è nato. Ci siamo messi lì, legati dal desiderio di raccontare la stessa cosa e con gioia e fatica, tra battaglie e concessioni, abbiamo concepito.
In mezzo a pochi elementi di metallo, in un luogo che allo stesso tempo é prigione, armatura e vetrina, si muovono Elisabetta e Maria, due donne nate regine. Sopra di loro un grande specchio riflette la contraddizione tra il loro apparire e il loro essere, la distorsione tra quello che scelgono e quello che sentono. I loro abiti sono in contrasto con lo spazio che abitano, parlano della loro femminilità, del loro essere spose ad un uomo o mogli del popolo, della corona che rappresentano. Hanno il dovere di essere belle e seducenti, di incantare i loro sudditi, di essere capi, mogli, madri, di garantire un'eredità alle loro famiglie, di essere implacabili. Costrette a giocare sulla loro pelle una partita sanguinaria diventano coscienti di essere pedine in mano ad un sistema inesorabile che limita la loro libertà politica e personale.
Maria Stuarda ed Elisabetta I sono indubbiamente due grandi personaggi da portare in scena. Non a caso sono numerose le attrici e gli scrittori che si sono cimentati nella loro reinterpretazione. Noi, insieme a Emanuela Guaiana, le abbiamo prese a prestito dalla storia e da Friedrich Schiller non solo perché hanno un modo completamente diverso di essere regine ma anche perché il loro coraggio e allo stesso tempo la loro fragilità, ci davano la possibilità di riflettere sul complicato rapporto che anche le donne di oggi hanno con la gestione del potere.

TEATRO QUIRINO
Via delle Vergini - Roma
Uff Stampa: Maya Amenduni
mayaamenduni@gmail.com
mayaamenduni@virgilio.it

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