dal 23 al 27 MAGGIO 2012
TeatroGeneticamenteModificato presenta
UN ANGELO SOPRA BAGDAD
(Palace of the end)
di Judith Thompson
traduzione di Adamo Lorenzetti
TeatroGeneticamenteModificato presenta
UN ANGELO SOPRA BAGDAD
(Palace of the end)
di Judith Thompson
traduzione di Adamo Lorenzetti
con Pamela Villoresi,
e con Melania Giglio,Gianluigi Fogacci
scenografia Nicolas Hunerwadel
in collaborazione con Francesco Scandale
costumi Belén Montoliù
luci Paolo Ferrari
spazio sonoro Massimo Carniti, David Barittoni
regia di Marco Carniti
Un processo alla realtà, una trilogia di voci che mette luce sui "danni collaterali" della guerra.
Tre monologhi strappati direttamente dai titoli di cronaca che stordiscono lo spettatore lasciandolo senza fiato. Tre vite, tre differenti percorsi con un unico denominatore: la condanna della storia e dell'umanità. Specchi della realtà, polaroid di vita, che colpiscono direttamente le sfere più alte del Potere in fuga dalle proprie responsabilità. Testimonianze che rappresentano la parte peggiore della storia contemporanea dove non c'è salvezza né per le vittime né per i carnefici.
Un Incontro con la realtà dove si perde il senso della giustizia.
Il regista colloca i personaggi in un un labirinto di reti metalliche, metafora di un palazzo di giustizia ai nostri giorni dove vengono condannati tre personaggi della storia contemporanea , come il parlatorio di una carcere che mette in diretto colloquio il pubblico con la realta' dei personaggi.
Voci di fantasmi che si riaffacciano alla vita per gridare la loro verità al mondo.
Attraversato lo specchio della verità, non c'e più via di ritorno e non si può più dimenticare.
Come Amleto: solo la verità spalanca porte da sempre tenute murate.
I personaggi a cui si ispira l'opera sono:
Lynndie England, ventenne soldatessa americana, figlia di un ferroviere, condannata per torture sessuali nel campo di prigionia di Abu Graib.
Una giovane come tante, che segue un ideale di patria, e che per amore di un uomo percorre strade a lei sconosciute. Vittima dei media, ingannata da un falso amore e usata come oggetto di potere in un gioco erotico sottile e demoniaco. Fino al punto di deliziarsi dalla sua stessa inumanità. Verrà tradita sia dall'amore che dalla sua stessa patria.
David Kelly, microbiologo e Ispettore delle armi trovato morto in un parco in circostanze sospette poco dopo una sua importante testimonianza alla Commissione d'Inchiesta Parlamentare dove avanzava accuse sulla infondatezza del Dossier sulle Armi di Distruzione di Massa presentato dal governo inglese. E messo in dubbio il dossier era automaticamente messa in dubbio la necessità dell'intervento armato in Irak.
Una morte sospetta se si pensa che per casualità furono trovati morti tra il Settembre e il Novembre del 2001 altri 15 biologi e virologi di fama mondiale, suicidi o scomparsi in circostanze misteriose.
Una madre irakena vittima di una paradosso della storia: arrestata e torturata vede uccidere i propri figli dal regime di Saddam nel Palazzo che da il titolo al testo, per poi essere uccisa a sua volta dalle bombe dell'invasione americana nella prima guerra del Golfo. Una storia straziante che sembra strappata direttamente dal cuore dell'Iraq, un altro fantasma che vola senza pace su Baghdad in attesa di vedere il suo popolo regnare sulla propria nazione.
e con Melania Giglio,Gianluigi Fogacci
scenografia Nicolas Hunerwadel
in collaborazione con Francesco Scandale
costumi Belén Montoliù
luci Paolo Ferrari
spazio sonoro Massimo Carniti, David Barittoni
regia di Marco Carniti
Un processo alla realtà, una trilogia di voci che mette luce sui "danni collaterali" della guerra.
Tre monologhi strappati direttamente dai titoli di cronaca che stordiscono lo spettatore lasciandolo senza fiato. Tre vite, tre differenti percorsi con un unico denominatore: la condanna della storia e dell'umanità. Specchi della realtà, polaroid di vita, che colpiscono direttamente le sfere più alte del Potere in fuga dalle proprie responsabilità. Testimonianze che rappresentano la parte peggiore della storia contemporanea dove non c'è salvezza né per le vittime né per i carnefici.
Un Incontro con la realtà dove si perde il senso della giustizia.
Il regista colloca i personaggi in un un labirinto di reti metalliche, metafora di un palazzo di giustizia ai nostri giorni dove vengono condannati tre personaggi della storia contemporanea , come il parlatorio di una carcere che mette in diretto colloquio il pubblico con la realta' dei personaggi.
Voci di fantasmi che si riaffacciano alla vita per gridare la loro verità al mondo.
Attraversato lo specchio della verità, non c'e più via di ritorno e non si può più dimenticare.
Come Amleto: solo la verità spalanca porte da sempre tenute murate.
I personaggi a cui si ispira l'opera sono:
Lynndie England, ventenne soldatessa americana, figlia di un ferroviere, condannata per torture sessuali nel campo di prigionia di Abu Graib.
Una giovane come tante, che segue un ideale di patria, e che per amore di un uomo percorre strade a lei sconosciute. Vittima dei media, ingannata da un falso amore e usata come oggetto di potere in un gioco erotico sottile e demoniaco. Fino al punto di deliziarsi dalla sua stessa inumanità. Verrà tradita sia dall'amore che dalla sua stessa patria.
David Kelly, microbiologo e Ispettore delle armi trovato morto in un parco in circostanze sospette poco dopo una sua importante testimonianza alla Commissione d'Inchiesta Parlamentare dove avanzava accuse sulla infondatezza del Dossier sulle Armi di Distruzione di Massa presentato dal governo inglese. E messo in dubbio il dossier era automaticamente messa in dubbio la necessità dell'intervento armato in Irak.
Una morte sospetta se si pensa che per casualità furono trovati morti tra il Settembre e il Novembre del 2001 altri 15 biologi e virologi di fama mondiale, suicidi o scomparsi in circostanze misteriose.
Una madre irakena vittima di una paradosso della storia: arrestata e torturata vede uccidere i propri figli dal regime di Saddam nel Palazzo che da il titolo al testo, per poi essere uccisa a sua volta dalle bombe dell'invasione americana nella prima guerra del Golfo. Una storia straziante che sembra strappata direttamente dal cuore dell'Iraq, un altro fantasma che vola senza pace su Baghdad in attesa di vedere il suo popolo regnare sulla propria nazione.
Teatro India
Via
Ufficio Stampa: Nicola Conticello
mail. nicola.conticello@yahoo.it
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