Teatro Nuovo Colosseo
fino al 16 dicembre 2012
IL DRAGO
di E. Schwarz
con
Francesco Bauco (Lancillotto), Giuseppe Santilli (Il Drago), Claudio Zarlocchi (Il Gatto)
Francesca Petretto (Elsa),
Alessandra Chiappa (Borgomastro), Giuseppe Arnone (Heinrich),Arianna Adriani (Signora Charlemagne),
Mario Sechi (Sentinella-Asinaio-Servitore)
Francesco Bauco (Lancillotto), Giuseppe Santilli (Il Drago), Claudio Zarlocchi (Il Gatto)
Francesca Petretto (Elsa),
Alessandra Chiappa (Borgomastro), Giuseppe Arnone (Heinrich),Arianna Adriani (Signora Charlemagne),
Mario Sechi (Sentinella-Asinaio-Servitore)
E con la partecipazione della piccola Alessandra De La Fortuna Sciveres
Costumi: Giuseppe Santilli - Scene: Marianna Sciveres
Regia Video: Flavio Parente - Make Up Artist: Valentina Sarti Magi
Coreografie: Marica Gallo - Direzione Tecnica: Angelo Ugazzi
Assistente Regia: Eugenia Cortese - Ufficio Stampa - Rocchina Ceglia
Costumi: Giuseppe Santilli - Scene: Marianna Sciveres
Regia Video: Flavio Parente - Make Up Artist: Valentina Sarti Magi
Coreografie: Marica Gallo - Direzione Tecnica: Angelo Ugazzi
Assistente Regia: Eugenia Cortese - Ufficio Stampa - Rocchina Ceglia
Regia - Beatrice Gregorini
Otto attori in scena si muovono tra costumi meravigliosi e musiche coinvolgenti...
Riuscirà il bello e valoroso Lancillotto, interpretato da Francesco Bauco, a salvare e ridestare il villaggio dalla schiavitù del Drago?
"Il Drago" è una fiaba filosofico-politica, scritta prima della seconda guerra mondiale, quando, a causa dei complessi rapporti diplomatici tra l'Urss e la Germania, non è stato permesso all'autore sovietico un aperto intervento teatrale contro il mostro del suo tempo: il nazismo.
Per ogni favola che si rispetti non può mancare il "C'era una volta..", il drago, la fanciulla da liberare e il cavaliere pronto a salvare il popolo sottomesso a un tiranno e la vita della ragazza.
Da più di quattrocento anni in una piccola città abitata da gente buona, semplice e tranquilla, vive un drago con tre teste. Un vero e proprio tiranno che, con la collaborazione di ministri, intendenti, generali e segretari, sottomette il popolo. È passato tanto di quel tempo che, per la popolazione, il tiranno non rappresenta più un incubo.
Il popolo, ormai, è incapace di ribellarsi. Tutti sono convinti che il sovrano è buono tanto da amarlo e accettarlo..
Inoltre, per soddisfare le proprie voglie, ogni anno il drago prende in sposa la più bella delle fanciulle ma, al primo abbraccio, queste muoiono
Quell'anno toccava alla cara e timida Elsa, figlia dell'archivista. Allora, non si sa da dove, forse dal cielo, venne il bel Lancillotto che decide da solo di affrontare il mostro e liberare la città.
Anche questa volta tutti vissero felici e contenti o c'è di peggio alle porte della città?
Note di Regia
L' attuale edizione de Il drago valorizza l'aspetto fantastico dell'opera con un allestimento originale e creativo...siamo in un mondo di personaggi e luoghi surreali. Scatola scenica bianca, impressioni pastello.
Sulla scena quasi bidimensionale e onirica si muovono i personaggi della città: hanno la pelle color lillà, testa a punta o piatta, costretti in camici, indossati al contrario, a ricordare le camicie di forza dei "pazzi", imprigionati, alienati allo slancio vitale, alla libertà. Anch' essi bidimensionali, inconsistenti, come la scena, una gabbia bianca, realizzata in plastica trasparente.
I video realizzati sul tema degli elementi naturali: acqua, aria, terra, fuoco, stanno a sottolineare le forze del bene, espresse dall'eroe Lancillotto che filosoficamente vede il male come allontanamento dalla natura. Il mondo si lamenta e soffre perché l'uomo soffre e, fuggendo dalla natura, fugge dalla propria "natura" come essenza e libertà.
Politicamente la decodificazione della fiaba appare chiara: il drago rappresenta il nazifascismo, Lancillotto l'umanità socialista e il borgomastro il capitalismo.
"Se tagli in due un corpo l'uomo crepa, ma se spezzi un'anima diventa docile e sottomessa" dice il drago.
Il mostro, l'oppressore, che toglie libertà, amore, vita agli uomini, forse va ucciso prima di tutto dentro di noi. Riconoscerlo, combatterlo, come fa il prode Lancillotto nel suo ostinato amore per l'umanità, induce ad un umanesimo che diventa ai nostri giorni una prospettiva sempre più necessaria.
Lo spettacolo ha i toni leggeri della favola, una giostra di colori, gioco, fantasia, ma anche tanta ironia…nella metafora cruda della società umana.
Teatro Nuovo Colosseo
via Capo d'Africa 21 - Roma
da martedì al sabato ore 21.00 - domenica ore 17.00
Biglietti. 12 euro. Tessera 3 euro
Per informazioni e prenotazioni.067004932
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