adattamento e regia di Carlo Emilo Lerici
Una donna bussa ad una porta. Nessuno apre.Inizia così il viaggio terribile di una donna che sta poco a poco perdendo la memoria e la coscienza di sé stessa. Volutamente non si parla mai espressamente di Alzeihmer.
Il disagio della protagonista assume così un valore simbolico non strettamente legato ad una patologia fisica e proprio per questo restituisce meglio la drammaticità della sua condizione.
A rivivere e reinterpretare questo viaggio è la figlia, tornata nella stanza di sua madre, dopo la sua morte, per rimettere a posto i suoi oggetti. Parla, chiede. Le sue domande riguardano cose che non riesce a ritrovare. E poi preghiere storpiate, canzoncine popolari, parole in inglese e frammenti di lettere che sta provando a scrivere (ai suoi figli, a sua sorella in Argentina) nelle quali chiede disperatamente che qualcuno la porti via. La sua memoria frammentaria va via via perdendosi sempre di più. Le rimangono soltanto dei sentimenti semplici: paura, rabbia, angoscia. Il linguaggio che usa non è omogeneo, infatti riflette i vari momenti della sua vita. E poco a poco si disintegra, le parole sono confuse, o sono solo sillabe. Tenta di scrivere con una forchetta, non si ricorda più quanti figli ha. Memoria, identità e linguaggio sono fattori indivisibili.La porta si aprirà solo alla fine. Solo dopo aver compreso che siamo noi che viviamo accanto ai malati, a tenerla chiusa. Dopo il grande successo ottenuto in tutta Europa è arrivato in Italia, accolto da un consenso unanime nelle recite di Roma e Milano della scorsa stagione, e di Napoli dello scorso novembre, uno dei testi più celebrati della nuova drammaturgia polacca.In scena dal 27 settembre al 9 ottobre 2011
Il disagio della protagonista assume così un valore simbolico non strettamente legato ad una patologia fisica e proprio per questo restituisce meglio la drammaticità della sua condizione.
A rivivere e reinterpretare questo viaggio è la figlia, tornata nella stanza di sua madre, dopo la sua morte, per rimettere a posto i suoi oggetti. Parla, chiede. Le sue domande riguardano cose che non riesce a ritrovare. E poi preghiere storpiate, canzoncine popolari, parole in inglese e frammenti di lettere che sta provando a scrivere (ai suoi figli, a sua sorella in Argentina) nelle quali chiede disperatamente che qualcuno la porti via. La sua memoria frammentaria va via via perdendosi sempre di più. Le rimangono soltanto dei sentimenti semplici: paura, rabbia, angoscia. Il linguaggio che usa non è omogeneo, infatti riflette i vari momenti della sua vita. E poco a poco si disintegra, le parole sono confuse, o sono solo sillabe. Tenta di scrivere con una forchetta, non si ricorda più quanti figli ha. Memoria, identità e linguaggio sono fattori indivisibili.La porta si aprirà solo alla fine. Solo dopo aver compreso che siamo noi che viviamo accanto ai malati, a tenerla chiusa. Dopo il grande successo ottenuto in tutta Europa è arrivato in Italia, accolto da un consenso unanime nelle recite di Roma e Milano della scorsa stagione, e di Napoli dello scorso novembre, uno dei testi più celebrati della nuova drammaturgia polacca.In scena dal 27 settembre al 9 ottobre 2011
HANNNO DETTO...
…. "Il viaggio a Buenos Aires" interpretato dalla fantastica Francesca Bianco... il pubblico completamente affascinato da un'interpretazione che lascia senza fiato. Carlo Ferrajuolo – Roma
…. "Il viaggio a Buenos Aires" interpretato dalla fantastica Francesca Bianco... il pubblico completamente affascinato da un'interpretazione che lascia senza fiato. Carlo Ferrajuolo – Roma
Uno spettacolo che impaurisce e fa riflettere... Un'interpretazione molto forte e a tratti quai inquietante... Flavia Fabozzi – Il Brigante
Francesca Bianco ci regala una prova d'attrice altissima. Alessandro Paesano – Teatro.org Roma
Mi lascio trasportare dalla presenza dell'attrice, fantastica, bravissima. Lo spettacolo mi prende e mi emoziona, mi emoziona la sua bravura... Il blog di Paolo
… uno spettacolo toccante... B. Nev. Metronews
...una scrittura quanto mai viva, attuale e importante... Laura Novelli Il Giornale
Impressionante la resa scenica con Francesca Bianco estremamente coinvolgente nell'interpretazione... Piergiorgio Mori - Italia Sera
….interpretato dalla superba Francesca Bianco.... Ivana Cuzzucoli La Voce di tutti
Francesca Bianco è bravissima a calarsi, con sottigliezza di sfumature, grazia e vigore, nei panni del personaggio.... Elisabetta Colla Teatro.org
Molto brava l'attrice che ha saputo affrontare questa recitazione concitata e frantumata e vivere l'angoscia del personaggio. Maria Sandias – Alzheimeruniti.it
Un monologo intenso e toccante... Luigi Scaglione – Napoli News
Prova d'artista quella di Francesca Bianco... Maurizio Vitiello – Napoli On The Road
Una bravissima Francesca Bianco ha emozionato il pubblico... Giovanna Castellano – Notizie Teatrali
In scena una straordinaria Francesca Bianco... Domenico Orsini – Teatro.Org Napoli
Teatro Belli
Piazza Sant'Apollonia - Roma (Trastevere)
tel. 06 5894875
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