martedì 12 febbraio 2013

BEL SUOL D’AMORE LIBIA/ITALIA: UN SECOLO DI STORIE - dal 12 al 14 febbraio al Teatro di Documenti

TEATRO DI DOCUMENTI

dal 12 al 24 febbraio 2013 
Prod. Ass. Teatro di Documenti presenta
BEL SUOL D'AMORE LIBIA/ITALIA:
UN SECOLO DI STORIE 
con 
Alessandro Belardinelli, Piera Fumarola e la testimonianza in video di Rosanna Del Mastro, Valerino Del Mastro, Lina Frezzato, Ibrahim Khalil, Khaled Mansour, Renaldo Pacelli, Adalgisa Palumbo, Giovanna Palumbo. 
Scene e costumi Carla Ceravolo. 
Video Renato Ferrero. 
Tecnica Lucia Miele Liquori
Drammaturgia e regia Anna Ceravolo.

I racconti che si fanno - credo - in quasi tutte le famiglie italiane, pullulano di vicende legate a terre lontane, terre d'emigrazione, terre sognate - chissà! - come terre madri. Raccontare queste storie, che costituiscono i germi veri della Grande Storia, significa riconoscersi in un passato che ci appartiene e che i più giovani, soprattutto, devono scoprire.
Dalla terribile guerra di conquista di un impero coloniale alla rivoluzione dei giovani libici ne è passato di tempo, un secolo. Vogliamo raccontare cento anni di storia dando voce anche a coloro i quali si sono recati in quel vagheggiato Paese ricchi solo di speranza, per poi venirne allontanati da bambini (come è avvenuto ai 13.000 ragazzi spediti in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale che sono rimasti separati dalle famiglie per anni), o esserne brutalmente espulsi dopo la presa del potere di Gheddafi nel 1970. Per scoprire come, al di là dei disegni astrusi della politica, tra la gente comune si rinsaldassero rapporti di rispetto e fratellanza. Oggi, apprendendo la volontà e il dolore del popolo libico che vuole alzare la testa, si riaccende la nostalgia, lo struggimento, l'affiatamento con quelle genti.
Questo spettacolo è dedicato a chi in Libia ha lasciato un po' del suo cuore. 
Lo spettacolo si caratterizza come un esempio di teatro-documento.
Il testo nasce da un lavoro di ricerca durato molti mesi, in cui si sono analizzati testi, filmati, documenti. Si sono inoltre raccolte numerose testimonianze di persone italiane e libiche. Alcune di queste testimonianze si rintracciano nello spettacolo sia in video, sia inserite nel testo. Un ricco corredo di proiezioni di documenti originali dell'epoca (foto, scritti, cartoline illustrate, materiali stampa) catapulta direttamente lo spettatore nel cuore delle storie narrate.
Dato il continuo evolversi delle vicende libiche, lo spettacolo si situa in un continuo divenire. 

Note di drammaturgia e regia 
Appartengo ad una famiglia la cui storia è punteggiata da partenze e talvolta da ritorni, o talvolta no. Una famiglia i cui componenti si sono spostati nel mondo alla ricerca di lavoro o per dissentire da un regime. Le cui radici sono state tranciate, frantumate. La cui identità ha smarrito i contorni e, almeno temporaneamente, tale perdita di certezze ha provocato sofferenza e isolamento. Questa sorte è la realtà di molte famiglie, è una storia che abbiamo in comune. È quasi scontato affermare che se non si riflette sul passato, non si può comprendere il presente e tantomeno presentire il futuro. Proprio mentre questi tempi amari non danno affatto per scontato che i nostri figli e nipoti decidano di vivere dove sono nati anziché cercare fortuna altrove, verso luoghi più promettenti. Questo spettacolo, che attraversa cento anni di storia, è ricco di testimonianze, di parole pronunciate da chi ha vissuto quelle vicende e di immagini tratte dagli scenari che sono lo sfondo dei fatti narrati. Poiché credo che l'emozione della verità sia più efficace di qualsiasi volume di storia.
Nel 1911 l'Italia, in ritardo sugli altri paesi europei, si lancia nell'impresa coloniale. Da allora la nostra storia si è intersecata con quella della Libia scandita da date fondamentali: dal popolamento in massa della colonia nel '38, agli eventi bellici del secondo conflitto mondiale che precipitano la Libia in fronte di guerra e provocano l'allontanamento di oltre 13.000 bambini che si ricongiungeranno alle famiglie dopo molti anni, alla cacciata degli italiani dopo la presa del potere da parte di Gheddafi nel '70, fino alla guerra civile del febbraio 2011 che ha sconvolto il paese e purtroppo deluso le speranze riposte in un cambiamento che si sperava partisse dal basso. Ciò che più mi ha colpito, raccogliendo le voci dei testimoni, è che solidarietà e desiderio di convivere in pace erano i sentimenti prevalenti, erano pilastri della Microstoria, che sono stati periodicamente traditi dagli eventi della Macrostoria.

ANNA CERAVOLO, autrice, regista. Esordisce con Muri che mette in scena a Milano nel 1992 e che Ugo Ronfani decide di pubblicare su Hystrio 3/96. Terra è il primo testo teatrale scritto appositamente per la struttura del Teatro di Documenti: Luciano Damiani lo mette in scena nel 1997. La sua ricerca è rivolta soprattutto ad un linguaggio che superi le barriere etniche e culturali: da qui la scrittura in grammelot, la collaborazione con la compagnia italoaustraliana Broccoli Education Theatre Company, le traduzioni di testi teatrali, i progetti Dei luoghi con attori stranieri alle prese con la recitazione in italiano e Parole di teatro - Theatre words, scambio tra autori, attori e registi inglesi e italiani.

CARLA CERAVOLO, scenografa, costumista. Ha lavorato per il teatro d'opera e di prosa, il cinema; la televisione, l'architettura d'interni. Ha collaborato con Luciano Damiani dal 1984 fino alla scomparsa del Maestro. È  presidente dell'Associazione Amici del Teatro di Documenti.

TEATRO DI DOCUMENTI, è stato progettato e realizzato da Luciano Damiani, considerato uno dei massimi scenografi di tutti i tempi. Damiani, dopo aver lavorato nei principali teatri di prosa e di lirica del mondo, decise di creare uno spazio che potesse esprimere la sua idea di teatro, uno spazio che, senza rinnegare il passato e la tradizione, diventasse il "teatro che prima non esisteva": il teatro dell'assistere, del partecipare e della libera scelta. Il Teatro di Documenti, definito "gioiello architettonico", è un capolavoro di architettura teatrale.

Teatro di Documenti 
Via N. Zabaglia, 42, Roma
Telefono:06 574 4034
spettacoli da martedì a sabato ore 20.45, domenica ore 17.30
Info e prenotazioni: 06.5744034, 328.8475891 – teatrodidocumenti@libero.it

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