martedì 11 ottobre 2011

Torna Fabrizio Gifuni con L'INGEGNER GADDA VA ALLA GUERRA al Teatro Vascello


TEATRO VASCELLO
11 - 16 ottobre 2011
Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti presenta
L'ingegner Gadda va alla guerra
(o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro)
un' idea di Fabrizio Gifuni
da Carlo Emilio Gadda e William Shakespeare
con Fabrizio Gifuni
regia Giuseppe Bertolucci
disegno luci Cesare Accetta
direttore tecnico Hossein Taheri
Appunti per uno spettacolo
Torna, sul palco del Teatro Vascello, Fabrizio Gifuni,con  "L'Ingegner Gadda va alla Guerra" tratto da I Diari di guerra e di prigionia di Carlo Emilio Gadda, uno dei più grandi scrittori del XX secolo e dall'Amleto di William Shakespeare. Il monologo sembra proseguire il discorso iniziato quattro anni fa con 'Na specie de cadavere lunghissimo, spettacolo che mostrava  il progressivo ed inesorabile dirsfarsi del nostro paese visto attraverso l'occhio poetico e sorprendentemente profetico di Pasolini. L'interpretazione magistrale di Gifuni si snoda tra il resoconto della partecipazione di Gadda alla prima guerra mondiale e lo scritto-referto Eros e Priapo, psicopatologia erotica del ventennio fascista. Uno spettacolo intenso e interessante che traccia –inequivocabile- non solo una condanna senza mezzi termini della guerra con tutti i suoi orrori e la sua inutilità (e che Gadda trascrive fedelmente nei suoi diari con sguardo pietoso e tuttavia ironico), ma anche una sorprendente analisi della dittatura e dei suoi protagonisti, tracciando un filo che unisce passato e presente.
Appunti per uno spettacolo
Un Amleto ormai vecchio, solo, senza più un padre o una madre da invocare o da maledire, sempre più debole di nervi, collerico. Solo con i suoi fantasmi. La lingua squassata da lampi di puro genio proteiforme. Sempre sull'orlo di una follia tragica eppure, a tratti, comicissima. E ricca di metodo.  Ah sì, ricca di metodo. 
Così inizio a immaginare Gadda. Un 'Amleto Pirobutirro' (protagonista-ombra del suo più grande romanzo, La cognizione del dolore) che riavvolge il nastro delle sue nevrosi camminando a ritroso - come un granchio - sulle tavole della memoria. Una discesa agli inferi che riapre antiche ferite, mai rimarginate. Fino ad arrivare alla ferita originaria. A ciò da cui tutto discende. Nel male e nel bene. Al pozzo nero della sua futura infelicità ma anche, forse, all'involontaria miniera della sua immensa arte. La partecipazione dell'Ingegnere al primo conflitto mondiale (sottotenente nella milizia territoriale, arma di fanteria, V° reggimento Alpini), la disfatta di Caporetto, la detenzione nei campi di prigionia tedeschi e la morte del fratello Enrico, modificheranno per sempre la vita dello scrittore. Ma il dolore non è mai solo fatto 'privato'. Anzi. Si fa sempre inesorabilmente 'pubblico'. Con progressione implacabile, la furia del Gaddus inizia a montare e ad abbattersi, a colpi d'ascia, sul suo paese - che è pur pronto a difendere con la vita - sul suo popolo e sui suoi governanti. Scritti dall'assai scomodo osservatorio delle trincee, i suoi Diari di guerra e di prigionia squarciano il velo su qualsiasi retorica patriottarda per farsi atto d'amore autentico e doloroso. Acquisita coscienza del proprio dolore,  questo vecchio Amleto è ormai perfettamente in grado di analizzare le storture di una Storia ciclicamente "fuori dai cardini". Preso l'abbrivio, il flusso è inarrestabile. Con il trascorrere degli anni (quanti ?), la demenza totale di un popolo frenetizzato ha ora consegnato il suo paese a un tiranno che si preoccupò de le femmine; al delirio narcisistico di un ultra-istrione, auto-erotomane affetto da violenza ereditaria
Sèguito ideale di un discorso aperto qualche anno fa, con le riflessioni performative luterane e corsare (di 'Na specie de cadavere lunghissimo), questo nuovo capitolo si presenta al pubblico come un atto cognitivo 'sacrale' - rituale laico di un consorzio civile che si vorrebbe migliore - utile forse a chiunque, oggi, voglia provare a riannodare i fili di una tela in brandelli. La tela di un paese chiamato Italia. L'atto di conoscenza con che nu' dobbiamo riscattarci – dice Gadda in Eros e Priapo - prelude la resurrezione, se una resurrezione è tentabile da così paventosa macerie. (Fabrizio Gifuni)
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini 78 – Roma (Monteverde Vecchio)
Spettacoli dal martedì al sabato ore 21.00 - domenica ore 19.00.
Info: 06 5881021 – 06 5898031 – fax 06 5816623 botteghino@teatrovascello.itwww.teatrovascello.it
Ufficio stampa e promozione Cristina D'Aquanno promozione@teatrovascello.it

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